In giro in bici per il Friuli, troppi pericoli per i ciclisti: “Così si rischia la vita”

Gli incidenti accaduti ai ciclisti in Friuli.

Tre investimenti di ciclisti in poche ore. È accaduto in alcune località del Friuli, dove gli incidenti si sono verificati a Lignano, Latisana e Castions. Riemerge, quindi, il problema della sicurezza per gli appassionati delle due ruote, che ultimamente ha vissuto anche un momento drammatico. Lo scorso 29 giugno, infatti, a Udine è morto Myron Feofanov, investito da un furgone in via Stiria. Aveva 42 anni.

Ora, i tre nuovi casi riportano a galla la questione. “Va premesso che sulle piste ciclabili per scopo “utilitaristico”, che vengono cioè percorse per lavoro, in Friuli non ci siamo proprio, nè all’interno del tessuto cittadino e nemmeno tra una città e un’altra – attacca Paolo Attanasio, presidente di Fiab Udine Abicitudine -. Ci potrebbero essere reti di ciclabili in sicurezza, soprattutto in un momento come questo nel quale la bicicletta sta avendo un rilancio strameritato. Perciò, fanno ancora più rabbia gli ultimi incidenti, al netto di tutte le infrazioni che gli stessi ciclisti commettono e non saremo certo noi a negare”.

Uno dei problemi principali, in Friuli, è quello della infrastrutturazione – sottolinea Attanasio -. Non potremo pensare di avere mai al 100% degli itinerari riservati ai ciclisti. Ma mi sento di chiedere più attenzione e precauzione da parte degli automobilisti. In caso di incidente, a rischiare di più è chi si muove in bicicletta, che può finire in pronto soccorso, se non peggio“.

Un altro problema, secondo il presidente di Fiab, sta nelle rotonde: “Queste infrastrutture – analizza – fanno rallentare il traffico e quindi portano dei vantaggi agli automobilisti. Però – incalza – per il ciclista hanno l’effetto opposto. È un pezzo di frutta in un frullatore. Sono pochi gli esempi virtuosi: a Mereto di Tomba e Pradamano hanno realizzato delle ottime rotatorie, dotate di corsie laterali per chi viaggia in bici. Possibile che a Udine una scelta del genere non si possa fare?”. Non aiutano, secondo Attanasio, nemmeno le situazioni di promiscuità sui marciapiedi tra pedoni e ciclisti “che, alla fine, scontentano tutti e sono pericolose” conclude Attanasio.

Sul tema della ciclabilità si è espressa anche la consigliera regionale del Pd, Mariagrazia Santoro, da sempre molto attenta sull’argomento. Due mesi fa, l’esponente dem aveva chiesto alla Regione perchè la Giunta non accelerasse sulle piste ciclabili urbane, visti anche i fondi messi a disposizione dal Governo. “Da allora – racconta – non è cambiato nulla. É un peccato: ci sono città come Milano che, complice la situazione coronavirus, hanno realizzato dei piani ad hoc, creando non soltanto piste ciclabili, ma anche “corsie preferenziali” per i ciclisti“.

Secondo Santoro, troppo spesso “si pensa al tema soltanto sotto l’aspetto turistico. Tanti, invece, usano la bici nel tragitto casa-lavoro, soprattutto in un momento come questo, dove molti non si fidano ancora a usare i mezzi pubblici“. Sul tema, insomma, ci sarebbe un po’ di trascuratezza da parte della Regione: “Il Piano regionale per la ciclabilità doveva già essere approvato nel 2019, ancora non si sa quando accadrà. Lo stesso per il completamento del tratto di ciclovia tra Moggio e Venzone, che continua a slittare”.

Intanto, gli incidenti non mancano: “Dispiace, ma ci sono anche dei problemi di comportamenti tanto degli automobilisti, quanto dei ciclisti” conclude Santoro.