L’alpinista friulano sulla Marmolada: “Queste le insidie della montagna”

L’alpinista friulano della Marmolada, la regina delle Dolomiti

La montagna è da sempre una meta ambita da moltissime persone, dal semplice escursionista all’alpinista esperto. Quello che diamo a volte per scontato è che, anche un luogo come questo oltre ad essere affascinante, può nascondere insidie che ci possono mettere in pericolo. Alla luce degli eventi di qualche giorno fa sulla Marmolada, Luca Chiarcos, istruttore nazionale di alpinismo del CAI Codroipo, membro della Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo, Scialpinismo e Arrampicata (CNSASA) del Club Alpino Italiano ed istruttore della scuola biveneta di alpinismo.

Quali sono le insidie che la montagna può nasconderci quando intraprendiamo una scalata?

“La montagna è un ambiente non addomesticato, per cui non è possibile escludere totalmente il rischio di incidenti: chi frequenta la montagna sa che il rischio zero non esiste.”

Per questo motivo si può distinguere tra pericoli soggettivi ed oggettivi: quest’ultimi sono le cadute di pietre che si manifestano soprattutto dove la roccia è friabile, nelle giornate e nelle ore più calde della giornata. Le cadute possono essere provocate dall’azione di gelo e disgelo, dalla pioggia, dal vento, dal movimento di animali ed alpinisti. Per prevenirle sarebbe meglio evitare di attraversare i canaloni nelle ore più calde della giornata perché sono i naturali corridoi delle pietre che si staccano dalle pareti non trattenute dal gelo; al secondo posto troviamo le valanghe, che si possono formare anche in estate ad alte quote, per questo motivo sarebbe meglio evitare di andare in montagna subito dopo una precipitazione di neve fresca di oltre 30 cm; il maltempo, ed in questo periodo i “temporali di calore”, pioggia, grandine, vento e freddo.

Quali sono invece le precauzioni possono essere prese per evitare spiacevoli inconvenienti?

“Un’ascensione, o una semplice escursione va pianificata nei particolari, studiare il percorso per individuare eventuali punti critici e punti di appoggio. Inoltre è bene seguire le previsioni meteo anche nei giorni precedenti l’ascensione o la gita per capire cosa possiamo trovare sul terreno. Per farsi un’idea più precisa delle condizioni del percorso che si intende affrontare sarebbe meglio consultare i gestori dei rifugi, le Sezioni del CAI che hanno in gestione i sentieri o le Guide Alpine della zona.”

La montagna in estate (come anche in inverno); cosa non si deve mai dare per scontato quando si scala una montagna durante il periodo estivo? Sul pericolo valanghe in questo periodo cosa può dirmi?

“Come detto prima la montagna non è un ambiente domestico, quindi si deve affrontare la salita o l’escursione con un adeguata preparazione fisica e tecnica. Bisogna saper cogliere i segnali della montagna ed anche quelli che ci da il nostro corpo. Se siamo stanchi o ci troviamo di fronte ad una difficoltà che non siamo in grado di affrontare dobbiamo avere l’umilta di riconoscere la nostra impreparazione e rinunciare. In questa stagione il pericolo valanghe è trascurabile, anche se in alta quota una perturbazione può facilmente portare un apporto di neve consistente e, di conseguenza, innalzare la possibilità di scariche. Anche qui un costante monitoraggio dei bollettini meteo può aiutare a decidere se intraprendere un itinerario o meno.”

Immagino che abbia scalato anche lei la Marmolada, cosa mi può dire a riguardo? Qual è stata la sua esperienza?

“La Marmolada, per noi del nordest, è il primo banco di prova per approcciarsi al mondo dell’alta montagna, tutti ci siamo passati prima di approcciarsi alle vette delle Alpi Occidentali. Un itinerario semplice, ma non banale, da affrontare con le dovute competenze tecniche che possono essere acquisite seguendo i corsi delle Scuole del CAI (nella nostra regione sono presenti 11 scuole di Alpinismo e Scialpinismo) o affrontando la salita facendosi accompagnare da una guida alpina.”

Riguardo la tragedia avvenuta domenica, mi può dire qual è il  suo punto di vista? Cosa si sarebbe potuto evitare e cosa no? Il riscaldamento globale lo fa da padrone, ma sicuramente quello della Marmolada è un ghiacciaio iperfrequentato giusto? Cosa mi può dire a riguardo?

“Il distacco avvenuto domenica è innegabilmente una conseguenza dei cambiamenti climatici in atto. Dalle foto si è evidenziato un distacco di fondo che ha pregiudicato la stabilità della massa glaciale, il cui distacco non era certamente prevedibile, come anche dichiarato dalla magistratura. Chi va in montagna sa di doversi accompagnare all’imponderabile durante ogni salita, anche la più semplice. La Marmolada è una vetta ambita e famosa, la cima più alta delle Dolomiti, ovviamente richiama l’interesse di alpinisti ed escursionisti lungo i suoi itinerari, questo aspetto ha contribuito ad incrementare il numero delle vittime del crollo, ma come detto prima un evento del genere non è certo prevedibile.”