CasaPound apre a Udine e risponde alle polemiche

L’intenzione di promuovere il partito a livello locale.

Il partito di destra CasaPound ha deciso di aprire una sede a Udine. L’apertura della sede sembra essere una risposta alle polemiche che hanno visto il partito al centro delle cronache degli ultimi mesi, a partire dalla targa affissa in onore delle vittime delle foibe fino alle critiche mosse al sindaco di Udine, Pietro Fontanini, riguardo il problema dell’immigrazione.

Si è volta oggi l’inaugurazione della nuova sede di CasaPound a Udine in via Superiore, alla presenza di una sessantina di persone. Numerose sono state le operazioni di protesta durante la notte, vari cartelli con slogan antifascisti sono stati applicati sulle sia sulle case private che presso la loggia del municipio da cui sono stati rimossi. L’inaugurazione si é svolta senza disordini, con una protesta contro il partito che si é svolta un centinaio di metri dalla nuova sede.

“Siamo qui per promuovere a livello locale il nostro partito – ha spiegato Di Stefano, – in Friuli abbiamo ottenuto ottimi risultati alle passate elezioni e miriamo a crescere con una presenza fissa sul territorio”.

Riguardo il territorio friulano Di Stefano ha affrontato il problema legato all’immigrazione lungo la tratta balcanica: il problema sembrerebbe sorgere dai confini troppo labili che permettono agli immigrati clandestini di arrivare all’interno del Friuli attraverso i Balcani.
“Il problema deve essere risolto prima di tutto a livello nazionale – spiega il responsabile provinciale Alessandro Strizzolo, – concentrandoci anche solamente sulla zona di Udine possiamo dire che le promesse di Fontanini sono state infrante”.
Gli ulteriori temi toccati da Di Stefano sono stati legati ai principali temi nazionali con un’ampia trattazione legata alla volontà del partito di uscire dall’Europa e sull’esclusione della casa editrice Altaforte dal salone del libro di Torino.
Riguardo le proteste svolte contro l’apertura della sede Di Stefano ha commentato: “Esprimere le proprie idee, anche protestando, é legittimo, purché non si sfoci nella violenza”.