I primi risultati dell’autopsia sulle cause della morte di Valentina Salmistraro
Non fu un trauma cranico a causare la morte di Valentina Salmistraro, la 46enne trovata senza vita nel bagno del reparto di Neurologia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli. A ucciderla, secondo quanto accertato dall’autopsia, è stata una trombosi cerebrale, verosimilmente insorta a seguito della rachicentesi, la puntura lombare eseguita durante il ricovero per indagare un sospetto disturbo del cammino.
I primi risultati dell’esame, hanno escluso che la caduta nel bagno abbia avuto un ruolo nel decessocome inizialmente ipotizzato. La morte sarebbe avvenuta almeno due ore prima del rinvenimento del corpo, in un contesto ancora tutto da chiarire.
L’esito dell’autopsia ha confermato le paure del marito, Mohamed Ghani, che fin dal primo momento ha denunciato gravi carenze nell’assistenza e nella comunicazione da parte dell’équipe sanitaria. Il giorno prima della tragedia, i medici avevano già predisposto le dimissioni della donna. Nulla lasciava presagire un epilogo simile.
Resta ora da accertare cosa sia accaduto nelle ultime ore di vita della paziente. La sera prima della morte, nella cartella clinica compariva l’indicazione per una ossigenoterapia, ma non risulta chiaro chi ne abbia disposto la somministrazione né se sia stata effettivamente avviata.
L’avvocato della famiglia invita alla prudenza, in attesa della relazione completa. Verrà esaminata nel dettaglio la documentazione clinica per capire se siano state rispettate tutte le procedure, in particolare in relazione alla valutazione dei rischi legati alla rachicentesi. Secondo il legale, anche il mancato coinvolgimento del coniuge nei momenti decisivi della cura è un elemento che dovrà essere valutato con attenzione.
Un fascicolo per omicidio colposo.
La Procura di Pordenone ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Al momento, risultano indagati cinque operatori sanitari coinvolti nella gestione del caso. Prosegue inoltre l’indagine interna avviata dall’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, che punta a chiarire eventuali responsabilità organizzative o individuali nella gestione del ricovero e dell’emergenza.