La tesi della Procura sulla morte di Liliana Resinovich.
Nuova svolta nelle indagini sulla morte di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita tre settimane dopo nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, ha scosso la città. Secondo la Procura di Trieste, a ucciderla sarebbe stato il marito Sebastiano Visintin. Una tesi che il pubblico ministero Ilaria Iozzi ha messo nero su bianco in una dettagliata richiesta di incidente probatorio per raccogliere la testimonianza di Claudio Sterpin, l’amico del cuore di Liliana.
La ricostruzione dell’omicidio
Secondo la Procura Liliana sarebbe stata aggredita e soffocata da Visintin proprio il giorno della sua scomparsa, il 14 dicembre 2021, nel parco in prossimità di via Weiss 21, lo stesso luogo dove tre settimane dopo sarà rinvenuto il cadavere. Secondo l’accusa, Visintin l’avrebbe colpita con percosse, compressioni e graffi, in particolare al capo, al torace e agli arti, fino a provocarle la morte per soffocamento meccanico esterno.
Il quadro accusatorio si basa anche su una nuova relazione medico-legale commissionata dalla Procura. Secondo l’analisi, non vi sarebbero elementi a sostegno della tesi del suicidio precedentemente ipotizzata, ma solo indizi compatibili con un omicidio avvenuto il giorno stesso della scomparsa.
L’ipotesi iniziale parlava di suicidio, ma ora la Procura parla apertamente di messa in scena, orchestrata da Visintin per simulare un suicidio. Una ricostruzione completamente ribaltata, destinata a diventare centrale nell’impianto accusatorio.
Il nodo degli spostamenti e le contraddizioni
Un elemento chiave su cui si gioca l’attendibilità della tesi accusatoria è quello degli spostamenti di Visintin il giorno della scomparsa. La sua ricostruzione non sembrerebbe combaciare del tutto con quanto emergerebbe da altre fonti, come l’ultima immagine di Liliana ripresa dalla telecamera di un autobus nei pressi di piazzale Gioberti. La Procura però pare convinta di possedere elementi ancora non noti pubblicamente, tali da sostenere con forza l’accusa.
Il ruolo di Claudio Sterpin
In questo nuovo scenario gioca un ruolo importante Claudio Sterpin, 86 anni, ex compagno e grande confidente di Liliana. A richiederne l’audizione è stato l’avvocato Nicodemo Gentile, legale del fratello Sergio Resinovich, parte offesa nel procedimento. La Procura ha accolto l’istanza, chiedendo alla gip Flavia Mangiante di raccogliere ufficialmente la testimonianza di Sterpin, che ha già parlato ampiamente con stampa e inquirenti.