Due morti sul lavoro in 5 giorni in Friuli, allarme sicurezza: “Non si può continuare così”

I morti sul lavoro in Friuli.

Riemerge in Friuli il problema della sicurezza sul lavoro. L’infortunio mortale di cui è stato vittima il giovane Alessandro Alessandrini, 24 anni, manutentore alla Principe di San Daniele ha scosso l’intera regione. Negli ultimi giorni, è già il secondo decesso in Friuli, dopo quello che ha interessato un lavoratore dell’interporto di Pordenone.

Tragedia nel prosciuttificio di San Daniele, muore a 24 anni schiacciato dalla pressa.

Fino al 30 maggio si sono registrate 6 “morti bianche” in Fvg nel 2020: tre si sono verificate a Udine, due a Pordenone e una a Trieste, secondo i dati elaborati dalla Cgil Fvg dalla banca dati online di Inail. Lo scorso anno, nello stesso periodo, i decessi sul posto di lavoro erano stati 9. Per quanto riguarda gli infortuni, sempre fino al 30 maggio, quest’anno sono stati finora 5.347 (2.178 a Udine, 1.401 a Trieste, 1.203 a Pordenone e 565 a Gorizia). Durante i primi cinque mesi del 2019, il totale era arrivato a 7.099 casi. “Per quanto concerne il quadro generale della sicurezza sul lavoro – è l’analisi della Cgil -, l’andamento infortunistico nel corso del 2020 è logicamente segnato dall’emergenza Covid. Il calo del 25% degli infortuni denunciati che l’Inail ha registrato tra gennaio e maggio, infatti, è diretta conseguenza della drastica riduzione delle ore lavorate in seguito al lockdown e alla crisi economica scatenata dall’emergenza”.

La beffa è che proprio oggi per la Principe di San Daniele doveva essere una giornata importante per il futuro dell’azienda “con la presentazione del nuovo piano industriale” ricorda la segretaria della Flai Cgil di Udine, Michela Martin dopo l’incontro con il presidente del consiglio di amministrazione della Principe di San Daniele spa, Pietro Galbiati, originariamente convocato per la presentazione del nuovo piano industriale ai sindacati, prevista proprio per oggi. “Ci troviamo invece a dover commentare una notizia tragica che ci lascia scioccati e senza parole”.

Nel prosciuttificio di San Daniele dove è morto Alessandro tra dolore e silenzio.

Le dinamiche dell’infortunio mortale di Alessandrini, come spiega la stessa Martin, non sono ancora note al sindacato: “Sappiamo che il giovane stava lavorando su una macchina per il confezionamento sottovuoto”, dichiara Martin, nel ricordare come la vittima, dipendente di Principe da circa quattro anni, ricoprisse solo da un anno le attuali mansioni di manutentore. “Per il momento – dichiara ancora la segretaria di Flai Cgil – possiamo solo esprimere ai familiari il cordoglio e la vicinanza del sindacato. Attendiamo gli sviluppi dei rilievi e delle indagini in corso per esprimere valutazioni sul merito, sebbene non si possa escludere che abbia pesato la situazione di forte incertezza in cui opera l’azienda da oltre un anno e mezzo, con una cassa integrazione straordinaria ancora in corso e che ha determinato una lunga serie di stop and go produttivi”.

Su quanto accaduto a San Daniele interviene anche il segretario regionale della Cgil, Villiam Pezzetta, per esprimere l’allarme del sindacato per il secondo infortunio mortale in meno di una settimana, dopo quello verificatosi venerdì scorso all’Interporto di Pordenone. “Con il graduale ritorno verso una normalità del quadro economico e occupazionale – commenta – torna purtroppo di pressante attualità anche il tema della sicurezza. Sappiamo che su questo versante gli ultimi anni avevano segnato un’inversione di tendenza rispetto a un andamento virtuoso di progressiva riduzione del calo degli infortuni e temiamo che le difficoltà dell’attuale fase, segnate da una forte incertezza sulle commesse e sul futuro, possano creare nuovi fattori di tensione negativi anche sotto il profilo della sicurezza. Ecco perché le condivise preoccupazioni per l’evolversi dello scenario economico e occupazionale non possono mettere in secondo piano un’attenzione alla sicurezza che deve restare una massima priorità. Non è accettabile infatti continuare a pagare un tributo così alto in termini di vittime, peraltro anche di giovanissima età”.

L’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, è affranta. “È una tragedia allucinante – esordisce -, ogni volta che accade un fatto simile ci cade il mondo addosso, soprattutto quando perde la vita un ragazzo così giovane. Sono convinta che l’unica strada sia quella di investire sulla sicurezza e noi facciamo tutto quanto in nostro potere, tenendo la barra dritta. Attendiamo le opportune indagini dell’Ispettorato del Lavoro”.

Un tema, quello della sicurezza, “sul quale non bisogna abbassare la guardia – aggiunge l’assessore -. Ho paura che la crisi, com’era successo nel 2008, possa provocare problemi. In un clima di incertezza e difficoltà, le attenzioni dei lavoratori si abbassano. Non deve accadere”. Ma come si sta muovendo la Regione? “Noi, già a inizio legislatura, abbiamo varato degli appositi protocolli, destinando inoltre molte risorse del Fondo sociale europeo per la formazione dei lavoratori. Anche sulle regole per la ripartenza dopo il lockdown – aggiunge Rosolen – abbiamo dedicato grande attenzione alla sicurezza. I nostri sforzi cominciano già dalle scuole, senza dimenticare gli enti formativi”. Inoltre, sono stati creati percorsi ad hoc per i responsabili di stabilimento, nella fattispecie per i rappresentanti di sito produttivo e aziendale. “Continueremo – conclude Rosolen – a investire quanto più possiamo”.

Il Friuli, oggi, si trova a piangere una giovane vittima sul posto di lavoro. Una tragedia che lascia sgomenti.