Omicidio Gemona, la perizia: coltello e seghetto usati per sezionare Alessandro

Omicidio di Gemona, cosa dice la perizia.

I resti di Alessandro Venier, il 35enne ucciso e fatto a pezzi nella sua abitazione di via dei Lotti, presentano ferite compatibili con un coltello e un seghetto rinvenuti nella villetta. Lo stabiliscono i nuovi accertamenti effettuati su disposizione della Procura di Udine.

Secondo quanto ricostruito, gli strumenti sarebbero stati utilizzati dalla madre della vittima, Lorena Venier, 61 anni, insieme alla compagna di Alessandro, Mailyn Castro Monsalvo, colombiana di 30 anni, entrambe indiziate di omicidio volontario pluriaggravato. I nuovi esami hanno chiarito alcuni dubbi emersi durante l’autopsia: i tagli netti sul corpo, inizialmente ritenuti incompatibili con un semplice seghetto, risultano invece compatibili con le lamelle sottili dello strumento trovato in casa.

Il corpo di Alessandro era stato ritrovato il 31 luglio scorso. La madre ha confessato di averlo sedato e sezionato dopo che la compagna lo aveva strangolato, gettando i resti in un bidone e coprendoli con calce viva. Mailyn, nei primi interrogatori, si è avvalsa della facoltà di non rispondere; il 10 settembre sarà nuovamente sentita dal pm Giorgio Milillo nella struttura protetta di Venezia, dove è detenuta, per chiarire la dinamica del delitto. I medici legali hanno anche prelevato nuovi campioni biologici per completare le verifiche, che rimangono al centro delle indagini della Procura.