Wedam e Djouamaa hanno scelto di non ricorrere in appello: la pena si riduce di un sesto.
Diventano definitive le condanne per due dei tre imputati nel processo per la morte di Shimpei Tominaga, l’imprenditore giapponese di 56 anni ucciso con un pugno nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2024 in un locale del centro di Udine.
I due giovani di Conegliano (Treviso), Daniele Wedam, 20 anni, e Abd Allah Djouamaa, 22, hanno scelto di non presentare appello contro la sentenza di primo grado che li aveva riconosciuti colpevoli di lesioni aggravate, escludendo l’accusa di concorso morale in omicidio preterintenzionale.
La decisione dei due imputati di rinunciare all’impugnazione ha permesso loro di beneficiare di una riduzione della pena, come previsto dalla riforma Cartabia: in assenza di appello, la condanna viene ridotta di un sesto. Il giudice dell’udienza preliminare ha quindi rideterminato la pena a 1 anno e 8 mesi di reclusione, rispetto ai 2 anni stabiliti in primo grado. La sentenza, depositata giovedì, è così divenuta definitiva.
Battistella fa appello: “Dodici anni sono troppi”
Diversa invece la situazione per il terzo imputato, Samuele Battistella, 21 anni, di Mareno di Piave, autore materiale del pugno che provocò la morte di Tominaga. Condannato a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e lesioni aggravate, Battistella – tramite il suo legale – ha presentato ricorso in appello, contestando in particolare l’aggravante dei futili motivi. Sarà la Corte d’appello a decidere se confermare o modificare la condanna inflitta in primo grado.
 

 
				


