Punta il coltello alla gola del figlio di 8 mesi e minaccia di ucciderlo: arrestato

Paura in un hotel di Cordenons dove un 32enne ha minacciato di uccidere il figlio di 8 mesi con un coltello.

Paura nella notte di venerdì in un albergo di Cordenons, dove un uomo di 32 anni, in preda a un raptus di violenza dopo un litigio con la compagna, ha minacciato di uccidere il figlio di appena otto mesi puntandogli un coltello alla gola e aggredendo violentemente le forze dell’ordine intervenute sul posto.

L’allarme è scattato dopo la segnalazione di una lite furiosa tra conviventi all’interno dell’hotel. Quando una squadra della polizia è giunta nella struttura, ha raggiunto la stanza segnalata. Alla vista degli agenti, l’uomo ha chiuso la porta con forza. A riaprirla è stata la compagna 31enne. È stato a quel punto che l’uomo, di origini sudamericane e residente in provincia, ha afferrato il figlio e, prima impugnando un cacciavite e poi un coltello da cucina, ha minacciato di ucciderlo.

L’intervento delle forze dell’ordine.

Mentre brandiva il coltello puntato alla gola del piccolo, l’uomo ha preteso che gli agenti abbandonassero la stanza, iniziando a sferrare fendenti verso i poliziotti, tenendo il neonato stretto a sé. L’escalation è proseguita nel corridoio dell’albergo, dove ha continuato a minacciare gli agenti, ormai costretti a ricorrere all’uso del taser.

Una volta liberato il bambino, le condotte aggressive del trentaduenne non si sono placate. Ha cercato di impossessarsi dell’arma di ordinanza di uno degli agenti, divincolandosi ripetutamente anche dopo essere stato ammanettato. Con un calcio ha sfondato la porta di un’altra camera vuota, tentando di barricarsi all’interno. All’arrivo dei carabinieri del Norm di Pordenone, l’uomo – al buio – si è scagliato contro di loro con morsi e testate. Solo l’uso dello spray al peperoncino e di apposite fasce in velcro ha permesso di immobilizzarlo definitivamente.

Illeso il bimbo, cinque feriti tra le forze dell’ordine.

Il bilancio dell’intervento è pesante: tre poliziotti e due carabinieri hanno riportato lesioni, giudicate guaribili fino a 10 giorni. Per il trentaduenne, invece, si sono aperte le porte del carcere, dove è stato trasferito con le accuse di resistenza, minacce, lesioni a pubblico ufficiale, e con l’ipotesi di sequestro di persona.

Il neonato è stato subito affidato alle cure della madre, mentre i servizi sociali sono stati allertati per attivare le tutele del caso. Resta lo sgomento per una vicenda che poteva finire in tragedia.