Scontri dopo il corteo, unanime condanna. “Chiedere danni a organizzatori”

Condanna bipartisan per gli scontri post corteo a Udine.

È unanime la condanna per i violenti scontri avvenuti nella serata di ieri nel centro di Udine, al termine del corteo pro Palestina organizzato in concomitanza con la partita di calcio Italia–Israele. Gli incidenti, scoppiati in piazza Primo Maggio e lungo viale della Vittoria, hanno provocato feriti tra le forze dell’ordine e due giornalisti colpiti durante gli scontri. Le forze di polizia hanno trattenuto 15 persone negli uffici della Questura di Udine, accusate di aver partecipato ai disordini e ai danneggiamenti di arredi urbani e cassonetti.

Ferma condanna del sindaco e delle istituzioni regionali

“Quello che è accaduto stasera è di una gravità inaccettabile. La nostra città ripudia con forza la violenza che ha attraversato le strade al termine della manifestazione”, ha dichiarato il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, poche ore dopo gli scontri. “Udine è una città di dialogo e rispetto reciproco. Episodi come questi non appartengono alla nostra comunità e vanno condannati con fermezza”.

Sulla stessa linea il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha espresso “massima vicinanza e gratitudine alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine e agli operatori dell’informazione impegnati in una situazione difficile”, condannando “ogni forma di violenza e di attacco”.

Anche l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha voluto esprimere “la più convinta solidarietà e vicinanza alle forze dell’ordine, che anche questa sera hanno dimostrato professionalità e senso del dovere, gestendo con fermezza e responsabilità situazioni di forte tensione”. Roberti ha sottolineato come gli episodi di Udine “non possano essere tollerati” e ha invocato “un impegno straordinario e strumenti adeguati per contrastare i professionisti degli scontri, persone che nulla hanno a che fare con il diritto di manifestare pacificamente”. L’assessore ha infine rivolto un appello alla politica: “Smettere di cavalcare le piazze e riportare il confronto sui binari del dialogo democratico e del rispetto delle istituzioni”.

Le reazioni del mondo politico

Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Diego Moretti, ha parlato di “atti da condannare senza se e senza ma”, precisando che “i delinquenti che hanno devastato parte del centro cittadino vanno identificati e perseguiti”. Allo stesso tempo, ha invitato a “non equiparare chi ha scelto la violenza con le migliaia di persone che hanno manifestato pacificamente”.

Anche il segretario provinciale del Pd di Udine, Luca Braidotti, e il segretario cittadino Rudi Buset, hanno espresso amarezza: “Basta con questi violenti e provocatori. Nessuna scusa per chi delinque in modo incivile. Siamo vicini ai giornalisti aggrediti e alle forze dell’ordine impegnate”.

Duro anche il commento di Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra FVG, che ha espresso “sgomento per le violenze avvenute a corteo concluso” e ha ribadito la natura pacifica della manifestazione principale: “Migliaia di persone e famiglie hanno sfilato in modo civile. Quello che è accaduto dopo è stata una provocazione contro tutti”.

Dalla maggioranza, il consigliere regionale Mauro Di Bert, a nome del gruppo “Fedriga Presidente”, ha parlato di “atti di violenza ingiustificabili” e ha espresso “solidarietà agli agenti di polizia e ai giornalisti feriti”, sottolineando che “il confronto democratico deve sempre avvenire nel rispetto della legge e dei diritti di tutti”.

Il consigliere regionale di Forza Italia, Roberto Novelli, presente allo stadio durante la partita, ha descritto una città “messa a ferro e fuoco da sedicenti paladini della pace che hanno trasformato il centro in un campo di battaglia”. Novelli ha espresso “piena solidarietà alle forze dell’ordine, ai commercianti e ai residenti del centro”, auspicando che “la giustizia faccia il suo corso rapidamente e che i responsabili paghino”.

Sindacati di polizia e carabinieri: “Basta violenze, servono leggi più severe”

Parole durissime anche dai sindacati delle forze dell’ordine. Il Sindacato Autonomo di Polizia del Friuli Venezia Giulia (Sap Fvg) ha espresso “solidarietà ai colleghi feriti e impegnati nei servizi di ordine pubblico”, denunciando “un intollerabile tiro al bersaglio contro la Polizia” e chiedendo “norme più incisive e dotazioni più sicure per gli operatori”.

Il Sap Fvg ha ribadito che “la sicurezza e l’incolumità degli agenti non sono secondarie rispetto al diritto di manifestare”, e ha proposto di introdurre “aree di sicurezza minime tra manifestanti e forze dell’ordine, tute antitaglio, barriere metalliche e l’uso più esteso degli idranti”.

Anche l’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (Usic) del Friuli Venezia Giulia, con il segretario generale Antonio Sutto e il segretario aggiunto Vincenzo Cefalù, ha condannato con fermezza gli episodi: “Si tratta di aggressioni inaccettabili contro chi garantisce la sicurezza pubblica”.
Sutto ha invocato “norme più severe per chi aggredisce chi indossa una divisa”, mentre Cefalù ha parlato di “un campanello d’allarme che lo Stato non può ignorare”, ricordando che “la libertà di manifestare non può mai trasformarsi in licenza di colpire lo Stato”.

Comitato Udine Sicura: “Gli organizzatori devono rispondere dei danni”

Durissimo anche il comunicato del Comitato Udine Sicura, che ha puntato il dito contro gli organizzatori del corteo: “Ogni manifestazione finisce allo stesso modo, con disordini e violenze. Fingere una disconnessione tra la marcia e la guerriglia urbana che ne segue non è più credibile”.

Il Comitato ha chiesto al sindaco De Toni di “pretendere le dimissioni di Andrea Di Lenardo e di chi ha appoggiato e difeso l’organizzazione dell’evento” e ha sollecitato il Comune di Udine a “richiedere i danni agli organizzatori”. “Non è più accettabile che la collettività debba pagare il prezzo delle scelte di pochi”, si legge nella nota.