La baby gang era attiva in tutto il Friuli, da Pordenone alle località balneari.
E’ scattata all’alba di oggi una vasta operazione antidroga condotta dalla Polizia di Stato di Pordenone e coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha portato allo smantellamento di una gang giovanile attiva nello spaccio di sostanze stupefacenti in Friuli.
L’indagine, avviata nel giugno scorso dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile, ha fatto emergere l’esistenza di un’organizzazione strutturata, composta da diciotto giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, perlopiù disoccupati e di diversa nazionalità. Il gruppo si occupava di un fiorente traffico di hashish e cocaina, con cessioni documentate anche nelle località balneari di Lignano, Bibione e Jesolo.
A guidare l’organizzazione un cittadino brasiliano di 22 anni, già indagato per reati legati agli stupefacenti e contro il patrimonio. Il giovane si serviva di complici – definiti “rider” – per la distribuzione della droga su strada, replicando dinamiche tipiche delle bande urbane legate al mondo della musica trap, da cui il gruppo traeva ispirazione anche nello stile di vita: esibizione del denaro, abiti griffati, comportamenti aggressivi e totale disprezzo per le regole.
Le perquisizioni e i reati contestati
L’operazione odierna ha coinvolto oltre cento agenti, impegnati nell’esecuzione di una ventina di perquisizioni personali e domiciliari a carico dei soggetti coinvolti. Le attività si sono svolte con il supporto delle Squadre Mobili di Trieste, Udine e Gorizia, del Reparto Prevenzione Crimine di Padova e delle unità cinofile della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.
Durante le indagini, gli agenti hanno monitorato oltre cento episodi di spaccio, sequestrando sostanze stupefacenti e individuando almeno quindici veicoli utilizzati per il trasporto della droga. Due persone sono state arrestate in flagranza di reato, mentre altre due – tra cui un minorenne – sono state denunciate.
Le auto, tutte di grossa cilindrata e spesso noleggiate attraverso prestanome, venivano utilizzate sia per l’attività di spaccio sia per ostentare i guadagni illeciti. Molti degli indagati erano sprovvisti di patente – mai ottenuta o già ritirata – e guidavano sotto l’effetto di droghe o alcol, spesso a velocità elevate, rendendosi responsabili anche di fughe per evitare i controlli della polizia.
Un modello criminale che si ispira alla trap
Dalle indagini è emerso come la gang adottasse un vero e proprio “codice di condotta” improntato a modelli criminali promossi nella musica trap: droga, denaro facile, sfida all’autorità e vita ai margini della legalità. Questo stile si traduceva anche in atteggiamenti minacciosi verso chi non saldava i debiti, con episodi di violenza o intimidazione.
Il Pubblico Ministero ha contestato un centinaio di capi d’imputazione per spaccio a carico dei 18 soggetti coinvolti. L’inchiesta prosegue ora per accertare eventuali ulteriori responsabilità e diramazioni della rete di spaccio. L’operazione rappresenta un duro colpo al traffico di stupefacenti nella zona e getta luce su un fenomeno crescente che unisce criminalità giovanile, disagio sociale e cultura dell’illegalità. Le forze dell’ordine hanno ribadito l’impegno costante nel contrasto allo spaccio e alla devianza minorile, sottolineando l’importanza della prevenzione accanto alla repressione.




