L’abbazia di Moggio Udinese e i codici antichi custoditi in essa

Adagiato in posizione dominante dall’alto del panoramico dirupo, Moggio si affaccia sul canale e sul fiume Fella, dove, per la posizione strategica, gli antichi Romani fondarono un castro per controllare il traffico lungo la sottostante strada da e per la Julia Augusta che collegava, e collega, Aquileia e la costa adriatica con l’Europa centrale.

La formazione del castello.

In luogo di un fortilizio-castello, è stato fondato per donazione nel 1086 il complesso abbaziale e la chiesa dedicata a San Gallo che furono consacrati il 28 agosto 1119 dal vescovo Andrea di Cittanova d’Istria. Attorno al complesso abbaziale, si è formato il borgo di Moggio.

L’abbazia, grazie a ricchi lasciti e donazioni, possedeva territori, boschi, villaggi, pievi, parrocchie dalla Val Canale alla Carinzia, da Spilimbergo ai dintorni di Tolmezzo, per molti secoli influenzò la vita civile e religiosa degli abitanti dell’intera valle.

I preziosi codici conservati.

Nell’abbazia fondata dai monaci dell’Ordine dei Benedettini elvetici del monastero di San Gallo, sono conservati antichi, rari e preziosi codici cantori svizzeri. All’abbazia benedettina dedicata a San Gallo, in tempi successivi, fu aggiunta la dedica a San Carlo Borromeo.

L’abbazia raggiunse il massimo splendore nel XV secolo, quando fu retta da San Carlo Borromeo. Nel 1777, l’attività abbaziale fu soppressa. Le terre, le pievi e i privilegi che gli appartenevano furono trasferiti e annessi dall’arcivescovado di Udine.