Tra sgravi, bonus e incentivi: i contributi per le famiglie della Carnia

La situazione.

La crisi morde ancora. E nonostante qualche (timido) segnale di ripresa si affacci lentamente, le persone in difficoltà non mancano. Poco importano l’età, il sesso, l’estrazione sociale: il ventaglio dei bisognosi è ampio. E i Comuni devono mettere mano al portafoglio.

A testimoniare tutto questo ci pensano i dati, forniti dall’Azienda per l’Assistenza sanitaria numero 3. Secondo l’elaborazione, nel 2017 gli utenti in carico ai servizi socio-sanitari del Gemonese erano 1.891 (1.988 quelli del 2015), mentre in Carnia il numero è pari a 1.508, sostanzialmente invariato rispetto a due anni prima, quando erano 1.550. Una buona fetta è composta dalle persone sole, rispettivamente 829 nel Gemonese e 635 in terra carnica. Sul totale, poi, incidono le 386 persone in cerca di occupazione nel territorio che fa capo a Gemona, mentre in Carnia questo dato è di 232 unità. Hanno un peso non secondario le criticità legate al reddito, 391 per la Carnia e 482 nel Gemonese, e per offrire risposte ai più bisognosi vengono messi in campo 499 interventi economici nel Gemonese e 549, numero addirittura superiore, nell’area carnica.

Infine, crescono anche i provvedimento di sostegno al reddito o le misure di inclusione attiva: nel 2017, nel Gemonese sono state 258 (erano 227 nell’anno precedente), mentre in Carnia il computo è di 282, contro le 230 del 2016. Insomma, le persone in stato di necessità non mancano e i Comuni sono chiamati a far fronte alla situazione.

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