Caro bollette, tavolo in Regione: “Servono aiuti per le famiglie e le imprese”

L’emergenza bollette in Friuli Venezia Giulia.

La situazione è difficile. Tanto per le imprese, quanto per i cittadini. L’aumento dei prezzi delle bollette costituisce un grave problema, destinato a riproporsi (se non addirittura ad aggravarsi) nel corso del tempo. Paiono dunque necessari interventi mitigatori immediati ma, anche e soprattutto, una serie di azioni strutturali e pianificate che consentano di affrontare con determinazione il futuro. Le soluzioni, secondo i principali portatori di interesse del Friuli Venezia Giulia, passano attraverso l’indipendenza energetica, l’attenzione alle rinnovabili, la dilazione nel pagamento delle bollette, la trasformazione in energia del calore prodotto dall’industria, la convocazione di un Tavolo di lavoro e anche il varo di un Osservatorio. Numerose le problematiche emerse, insieme al comune auspicio d un coinvolgimento collaborativo, nel corso di una seduta della II Commissione consiliare, presieduta da Alberto Budai (Lega) e riunita a Trieste, dedicata alle audizioni in videoconferenza sul tema delle preoccupanti problematiche derivanti dal caro bollette e sulle conseguenti ripercussioni economiche.

I lavori, ai quali erano invitati anche i componenti della IV Commissione, si sono svolti alla presenza degli assessori regionali alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, e a Difesa dell’ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro (entrambi intervenuti in modalità telematica). Un’occasione di confronto richiesta dai consiglieri Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) e Chiara Da Giau (Pd), a nome dei rappresentanti di opposizione, su un tema che, come premesso da Budai, pone “molte aziende davanti alla scelta se pagare i conti legati all’energia, le tasse o gli stipendi dei dipendenti”. Honsell ha anche ricordato il suo ordine del giorno “sulla povertà energetica presentato in occasione della Finanziaria e poi accolto dalla Giunta regionale che, ora, ha l’opportunità per concretizzare l’impegno preso”. Da Giau, dal canto suo, ha rimarcato la necessità “di pensare alle esigenze immediate, ma anche e soprattutto di riservare uno sguardo a lungo termine per iniziare subito a mettere in campo interventi risolutivi e non solo per tamponare”.

L’assessore Bini ha anticipato “la necessità di un processo che non sarà semplice, né veloce, ma costoso, doloroso e drammatico. Nonostante gli investimenti a livello globale sulle energie rinnovabili (3,4 trilioni di dollari dal 2004 a oggi), la percentuale delle stesse rimane ancora molto bassa e gli effetti della transizione ecologico-ambientale hanno creato una tempesta energetica devastante. Per il nostro Paese è arrivato il momento delle grandi scelte strategiche in materia di sovranità energetica”. “Per 30 anni – ha ricostruito – è stato espresso un no ideologico a qualsiasi scelta potesse farci transitare verso un’autosufficienza importante. Così, a causa delle mancate decisioni, importiamo il 95% del gas e il 40% di esso viene dalla Russia. Inoltre, purtroppo, le risorse rinnovabili non saranno mai in grado di soddisfare da sole le esigenze del Paese”. “Nell’Adriatico – ha concluso Bini – disponiamo di giacimenti di gas e di petrolio inutilizzati mentre, in prospettiva, diventa imprescindibile ragionare anche sul nucleare che non deve essere più un tabù. Il Governo sta compiendo uno sforzo importante: ha già messo 5 miliardi di euro e altri 5-7 ne arriveranno. Cifre impattanti per il bilancio dello Stato ma non sufficienti, perché la stima è di 80 miliardi necessari a causa del maggior costo derivante dagli aumenti. È arrivato il momento delle scelte strategiche. Magari rinunciando a qualche punto percentuale politico, qualcuno deve prendersi delle responsabilità’.

Il collega Scoccimarro ha puntualizzato che ‘è necessario percorrere tutte le strade possibili per mitigare i costi. Sono contrario al nucleare a fissione, ma favorevole alla ricerca e, in questo senso, il nuovo nucleare a fusione può essere percorso in tempi non lunghissimi ed è proprio la strada da intraprendere. Abbiamo obiettivi ambiziosi e stiamo incentivando tutto quanto possibile a vantaggio delle energie rinnovabili’. Le audizioni sono state aperte da Michelangelo Agrusti (vice presidente di Confindustra Fvg) che ha descritto “una situazione drammatica che rischia di farci precipitare rapidamente da una crescita impetuosa al blocco totale delle attività. I progetti trentennali non risolvono i problemi di persone e aziende, ma non bastano neppure i ristori. Sarebbe perciò prezioso poter utilizzare i termovalorizzatori con combustibile da rifiuto e recuperare l’energia dagli altiforni dalle fabbriche”. Bruno Bearzi (Confcooperative Fvg) ha espresso tutta la sua preoccupazione, perché “le iniziative del Governo potrebbero tagliare fuori le piccole e medie imprese che noi rappresentiamo. Dobbiamo andare verso l’indipendenza energetica”.

Marco Bruseschi (Confidustria Udine) ha parlato di “crisi strutturale di lungo percorso con un’Europa unita incapace di fare una politica energetica coesa. Imprese e famiglie vivono un momento drammatico: servono interventi di contingenza per alleviare il fardello e poi idee strutturali da applicare”. Marta Bucci (dg dell’Associazione nazionale Industriali Gas) ha spiegato i meccanismi che hanno portato alla situazione attuale, suggerendo che “a parte gli interventi emergenziali, dovremmo favorire produzioni interne come quella di biogas. Per avere la stabilità dei prezzi è necessario ripensare la politica degli approvvigionamenti”. Anche Alessio Cipullo (Elettricità Futura – Imprese Elettriche Italiane) ha manifestato l’urgenza “di procedere con misure strutturali, ampliando il settore delle rinnovabili con precisi obiettivi europei da raggiungere: sarà fondamentale individuare aree idonee”. Philip Thun Valvassina (Confagricoltura Fvg) ha citato “le maggiori esigenze emerse per le aziende agricole, soggette a un maggiore consumo energetico. Si tratta di uno dei settori che può fare di più per la transizione ecologica e gli approvvigionamenti, mettendo anche a disposizione spazi utili, ma ci vuole coraggio nel fare norme chiare e applicabili”. Lucia Cristina Piu (Associazione piccole e medie Industrie – Confapi Fvg) ha esteso la discussione al tema “dell’impatto trasversale di una crisi che colpisce aziende manifatturiere, imprese agricole e commercio. La situazione è insostenibile, perché gli utili non sono tali da coprire i costi incrementali e i bilanci sono ormai minati. Quindi, tutte le ipotesi di investimento vengono accantonate o soppresse: dove è possibile, bisogna azzerare subito le componenti in bolletta”. Rossana Giacaz (Cgil Fvg) ha puntato il dito contro “una situazione affrontata in maniera tardiva e senza strategie nazionali e territoriali. Bisogna lavorare su oneri di sistema, responsabilità sociale di tutte le partecipate per ridurre gli utili andando incontro ad aziende e cittadini, varare un patto che eviti i distacchi immediati; serve un protagonismo attivo di Regione ed enti locali”.

Francesco Cantù (Federdistribuzione) ha auspicato “strategie di breve respiro per aiutare le aziende nell’immediato, ma anche progetti a lungo periodo per creare un sistema virtuoso per essere meno dipendenti da altri Paesi e dalle fluttuazioni dei prezzi”. Nicola Galluà (Confcooperative Fvg) ha ventilato “il rischio della paralisi del settore con effetti collaterali anche sul costo delle materie prime. Urgono la rateizzazione del pagamento delle bollette per evitare distacchi e la riduzione delle aliquote fiscali”. Cristiano Pizzo (Cisl Fvg) ha invocato “concretezza e rapidità nei provvedimenti. Le soluzioni tampone vanno bene per l’immediato, ma servono anche quelle di sistema. Ora il problema rischia di diventare sociale”. Graziano Tilatti (Confartigianato Imprese Fvg e Federazione Artigiani Pmi Fvg) ha suggerito “la creazione di un tavolo tecnico per non vanificare quanto fatto e consentire alle imprese di sopravvivere e ripartire”, mentre Angelo D’Adamo (Federconsumatori Fvg e Adiconsum Fvg) ha espresso la necessità’ di tutelare i soggetti deboli, evitando drammatiche procedure di distacco per le famiglie. Inoltre, contro una minoranza che potrebbe approfittare della situazione, la Regione crei un Osservatorio per monitorare l’andamento dei prezzi e gli aumenti ingiustificati”. Durante la discussione generale Honsell ha lamentato di “non aver colto, attraverso le parole degli assessori, elementi programmatici e operativi. Sarebbe utile una sinergia pubblico-privato per recuperare calore dalle aziende, mentre bisogna monitorare anche la povertà energetica nelle famiglie. La Regione deve svolgere un ruolo di catalizzatore tra le varie esigenze e potenziare i meccanismi di supporto”.

Cristian Sergo (M5S) ha infine evidenziato come “per la produzione di energia da fotovoltaico in Fvg si sia fatto davvero poco, facendo registrare solo un 20% di aumento negli anni tra il 2013 e il 2020. Ho notato anche la volontà di attribuire delle colpe ai comitati ma, davanti a questi numeri, bisogna invece riflettere sulle proprie. Sono state fatte scelte diverse da quelle auspicabili che ora si pagano: non se ne esce solo con i palliativi e senza programmazione”.