Friuli Venezia Giulia si adopera per contenere la diffusione della peste suina

La peste suina (PSA) fa tremare allevatori e agricoltori, data la rapida velocità con cui la malattia virale, che colpisce suini e cinghiali, si sta diffondendo nel nostro Paese e potrebbe arrivare anche nel Friuli Venezia Giulia.

L’assessore regionale Stefano Zannier ha sottolineato “la necessità di attivare un piano di analisi e azione, insieme al Servizio caccia, per aumentare le segnalazioni di ritrovamenti di eventuali carcasse di cinghiali, primi portatori della malattia”.

Il ministro ha spiegato che sono stati stanziati 50 milioni per fronteggiare e contenere la peste suina, di cui 15 per l’installazione di reti e 35 per interventi di biosicurezza all’interno degli allevamenti. Le recinzioni elettriche sono effettivamente progettate per tale utilizzo: basta usare del filo per recinto e isolatori per recinto così da proteggere il proprio allevamento ed isolare gli animali “estranei”. La stessa regione del Friuli, nel 2021, aveva aperto una linea contributiva di 800mila euro, ma a fronte di ciò sono arrivate richieste per solo 200mila euro. È quindi essenziale, mettere in atto dei piani di contenimento che siano rapidi ed efficaci.

Soluzioni per fronteggiare la diffusione della pesta suina

Una delle principali soluzioni, per cercare di contenere la diffusione della peste suina, è la costruzione di recinzioni elettriche.

Si tratta di meccanismi dal funzionamento semplice, che si rivelano utili non sono agli allevatori per poter isolare i propri allevamenti, evitando possibili contagi, ma anche agli agricoltori, visto che i campi vengono attaccati e i raccolti distrutti dai branchi di cinghiali che vanno alla ricerca di cibo. Tutto ciò, come premesso, si trasforma in danni incisivi per l’economia del settore.

Una recinzione si compone di diversi elementi come:

  • filo per recinto, essenziale per delimitare l’area d’interesse;
  • isolatori per recinto indispensabili sia per reggere i fili, che altrimenti toccherebbero terra, che per isolare le varie parti;
  • l’elettrificatore, senza il quale una recinzione non potrebbe definirsi elettrica;
  • cancelletti;
  • altro ancora.

Ma come funziona un recinto elettrico?

In pratica un elettrificatore lancia degli impulsi elettrici a basso voltaggio, in quanto il fine non è quello di ferire o creare un danno a un animale che tocca il filo elettrico, ma è quello di dissuaderlo ad avvicinarsi nuovamente al recinto. Gli impulsi vengono inviati su tutta la lunghezza dei fili, in un processo costante e ripetitivo (sempre che non si verifichino eventuali dispersioni di energia elettrica).

Uno dei ricercatori veterinari dell’Ispra, Vittorio Guberti, ha fatto presente come il sistema delle recinzioni sia stato attuato già in Repubblica Ceca e Belgio, come rappresenti un’ottima “iniziativa nazionale per attivare un sistema emergenziale univoco”.

Altrettanto importanti sono le segnalazione di ritrovamento delle varie carcasse di cinghiali, che non vanno assolutamente rimosse in modo autonomo.

Infine, occorre focalizzarsi anche sulla formazione e sull’attenzione degli allevatori sulla malattia e su come gestire i branchi di cinghiali, cercando anche di evitare la diffusione di rifiuti alimentari, di dubbia origine.