Il Fvg resta in giallo, ma è polemica sul nuovo sistema per le fasce di rischio

L’abolizione del sistema a colori per le regioni.

Il Friuli Venezia Giulia rimane in zona gialla, almeno per ora. È stato infatti scongiurato il passaggio in arancione, ma dal 23 gennaio la regione potrebbe trovarsi in una nuova fascia di rischio, quella arancione, vista anche la recente impennata dei contagi.

Intanto, sulla nuova catalogazione a colori delle regioni, proposta proprio dagli enti con la loro Conferenza presieduta dal governatore Fvg, Massimiliano Fedriga, arriva una voce contraria. “Il nuovo sistema per rendicontare i pazienti ricoverati per Covid-19 richiesto dalle Regioni – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – prevede una “contabilizzazione” separata tra pazienti ospedalizzati per Covid-19 e pazienti ricoverati per altre patologie, con infezione da SARS-CoV-2 ma asintomatici per Covid-19. La Fondazione Gimbe sottolinea che tale proposta, oltre a sottostimare il reale sovraccarico degli ospedali, aumenta l’impatto organizzativo e il carico di lavoro degli operatori sanitari e presenta numerosi rischi”.

Innanzitutto, la proposta è inadeguata per ragioni cliniche: considerato che la Covid-19 è una malattia multisistemica che colpisce vari organi e apparati, definire lo status di “asintomatico ” è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple; inoltre, la positività al SARS-CoV-2 può peggiorare la prognosi di pazienti ricoverati per altre motivazioni, anche in relazione all’evoluzione della patologia o condizione che ha motivato il ricovero e alle procedure diagnostico-terapeutiche attuate. In secondo luogo, è inapplicabile per ragioni organizzative: la gestione di tutti i pazienti SARS-CoV-2 positivi, indipendentemente dalla presenza di sintomi correlati alla Covid-19, richiede personale, procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti. Di conseguenza, risulta molto difficile immaginare la gestione degli “asintomatici” senza risorse aggiuntive, in particolare locali e personale. Infine, ha rilevanti risvolti medico-legali: la responsabilità di assegnare il paziente ricoverato ad una delle due categorie, con tutte le difficoltà e le discrezionalità del caso, è affidata al personale medico e alle aziende sanitarie, su cui ricadrebbero i rischi.

“Visto che l’obiettivo delle Regioni – conclude Cartabellotta – è chiaramente solo quello di ridurre la percentuale di occupazione in area medica per evitare il passaggio alla zona arancione o addirittura a quella rossa, allora tanto vale eliminare il sistema dei colori, lasciando ad ogni Regione le proprie responsabilità, sull’entità del sovraccarico ospedaliero e sui ritardi alle cure nei pazienti non Covid”.