L’indagine dell’Istat sugli incidenti in Friuli Venezia Giulia.
In Friuli-Venezia Giulia, nel 2024, si sono verificati 3.228 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 73 persone e il ferimento di altre 4.275. Rispetto al 2023 aumentano, sebbene in misura inferiore a quanto registrato a livello nazionale, il numero degli incidenti (+1,3%) e quello dei feriti (+3,7%).
Si rileva, invece, un aumento delle vittime (+30,4%), in controtendenza al lieve calo osservato a livello nazionale (-0,3%). Nel lungo periodo, rispetto al 2010, il numero delle vittime mostra una contrazione rilevante: -29,1% in Friuli-Venezia Giulia e -26,3% a livello nazionale. Sono questi i dati dell’indagine Istat sugli incidenti avvenuti nel 2024 nella nostra regione.
Il rischio di incidente e le strade più pericolose.

In Friuli-Venezia Giulia, tra il 2023 e il 2024, l’indice di lesività (numero di feriti ogni 100 incidenti) aumenta da 129,3 a 132,4. Crescono anche l’indice di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti, moltiplicato per 100), che passa da 1,3 a 1,7, e l’indice di mortalità, che sale da 1,8 a 2,3 decessi ogni 100 incidenti.
L’incidentalità è particolarmente elevata nei comuni al di sopra dei 10.000 abitanti, in particolare a Trieste, Monfalcone e Pordenone, lungo gli assi autostradali e la SS55 dell’Isonzo. Tra le strade regionali, il maggior numero di incidenti si rileva sulla SR13 di raccordo tra la SS13 Pontebbana e la SS54 a Tarvisio, sulla SR1 della Val d’Arzino e sulla SR352 Udine-Grado, dove si registrano complessivamente 93 incidenti, 5 morti e 149 feriti. L’indice di mortalità aumenta nelle province di Udine (da 2,3 a 3,4), Pordenone (da 1,9 a 2,1) e Trieste (da 0,8 a 1,4), mentre diminuisce in quella di Gorizia (da 2,2 a 1).
Nel 2024 il maggior numero di incidenti (2.400, il 74,3% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 30 morti (il 41,1% del totale) e 3.046 feriti (71,3%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano sia sulle strade urbane (+7,4%), sia sulle autostrade (+7,3%), mentre diminuiscono sulle altre strade (-16,4%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle autostrade (6,1 decessi ogni 100 incidenti) e sulle altre strade (5).
Sulle strade urbane il 47% dei sinistri si verifica lungo un rettilineo, percentuale che sale al 58,8% sulle strade extraurbane. In ambito urbano, gli incidenti che avvengono presso un incrocio rappresentano il 18,4% del totale; seguono quelli che si verificano nei pressi di un’intersezione (17,2%), di una curva (10,4%) e di una rotatoria (5,7%). Sulle strade extraurbane il 23% degli incidenti si verifica in curva, l’8,6% presso un incrocio e il 5,8% nei pressi di un’intersezione (Figura 4 e Cartogrammi in allegato).
I mesi e le ore più a rischio
Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati in Friuli-Venezia Giulia 945 incidenti (il 29,3% del totale), mentre tra maggio e settembre, in coincidenza del periodo di maggiore mobilità per vacanze, ne sono stati rilevati 1.444 (il 44,7% di quelli avvenuti durante l’anno), in cui hanno subito lesioni 1.867 persone (43,7%) e 35 sono decedute (47,9%). Nell’arco dell’intero anno, i mesi più critici per numero di incidenti sono stati giugno e novembre con, rispettivamente, il 10%, il 9,3% del totale. Il numero di vittime è, invece, più elevato a gennaio e giugno: oltre un quarto dei decessi totali (27,4%) è avvenuto in questi due mesi.
L’80,4% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8.00 e le 21.00, ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nelle fasce orarie tra le 3.00 e le 4.00 e tra mezzanotte e l’una, con, rispettivamente, 9,1 e 6,5 morti ogni 100 incidenti, valori molto superiori alla media giornaliera (2,3). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 45,3% degli incidenti notturni, il 42,9% delle vittime e il 46,7% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 4,3 decessi ogni 100 incidenti.
Gli incidenti stradali nelle aree urbane, intermedie e periferiche
In Friuli-Venezia Giulia il 51,7% degli incidenti stradali si concentra nei Poli urbani; considerando anche le aree di Cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai Poli, si arriva al 92,1% del totale. Nei comuni delle Aree Interne, territori significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), gli incidenti rappresentano il 7,9% del totale regionale. Rispetto al 2023, il numero delle vittime aumenta di 11 unità nel totale dei Centri e di 6 unità nelle Aree Interne.
Nei Centri, si registra un aumento sia dell’indice di mortalità, sia di quello di gravità, che passano, rispettivamente, da 1,8 a 2,1 decessi ogni 100 incidenti e da 1,4 a 1,6 morti ogni 100 tra morti e feriti. Nelle Aree Interne, che nel 2023 presentavano valori inferiori ai Centri, l’incremento è ancora più sostenuto, evidenziando una situazione critica, con valori degli indici di gravità e di mortalità pari, rispettivamente, a 2,7 e 3,9.
I comportamenti a rischio e le persone coinvolte
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (67,6%). La tipologia più frequente è lo scontro frontale-laterale (1.021 casi, 18 vittime e 1.407 feriti), seguita dal tamponamento (529 casi, 6 decessi e 778 feriti). Tra gli incidenti che coinvolgono più veicoli, la tipologia più pericolosa è lo scontro frontale, con 8,8 decessi ogni 100 incidenti. Gli incidenti a veicoli isolati risultano però complessivamente più rischiosi, con una media di 2,6 morti ogni 100 incidenti, a fronte di 2,1 decessi negli incidenti con più veicoli coinvolti. In questa categoria, le tipologie più gravi sono l’urto contro ostacolo accidentale (4,1 decessi ogni 100 incidenti) e la fuoriuscita (3,2).
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono complessivamente il 38,6% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 21,5%, l’elevata velocità per il 9,7% e il mancato rispetto della distanza di sicurezza per l’8,8%.
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe di età 15-29 anni e per quella di 45-64 anni (7,1 per 100mila abitanti, per entrambe). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano l’86,3% delle vittime e il 72% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate l’8,2% dei morti e il 20,2% dei feriti, i pedoni il 5,5% dei deceduti e il 7,8% dei feriti. Tre dei quattro pedoni rimasti vittima di incidente stradale e il 35,4% dei feriti ha almeno 65 anni. Il tasso di lesività standardizzato è pari a 648,7 per la classe di età 15-29 anni, a 499,7 per quella 30-44 anni.
Il Friuli-Venezia Giulia rispetto agli obiettivi europei
Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di benchmark (fissato al 2019) e il monitoraggio di specifici indicatori di prestazione (Key Performance Indicators), che ogni Paese, Italia inclusa, deve fornire alla Commissione Europea1. Inoltre, la Dichiarazione di Stoccolma del febbraio 2020 auspica una vision “zero vittime” per il 2050.
Rispetto all’anno 2019 il numero di vittime registra un incremento dell’1,4% in Friuli-Venezia Giulia, a fronte di una riduzione del 4,5% in Italia. Nello stesso periodo l’indice di mortalità nella regione aumenta, passando da 2,2 a 2,3 decessi ogni 100 incidenti, mentre a livello nazionale si osserva un leggero calo, da 1,8 a 1,7.
Nel 2024 diminuisce in Friuli-Venezia Giulia, rispetto al 2019, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) morti in incidente stradale, attestandosi comunque su un valore inferiore alla media Italia (41,1% contro 45,5%). Considerando gli utenti vulnerabili in base al ruolo che hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni), il loro peso relativo sul totale dei deceduti in Friuli-Venezia Giulia risulta inferiore rispetto alla media nazionale (39,7% contro 51,8%). Nel periodo 2019-2024 l’incidenza dei pedoni deceduti è significativamente diminuita nella regione, passando dal 13,9% al 5,5%, un decremento più marcato rispetto a quello registrato in Italia, dove passa dal 16,8% al 15,5%
I costi sociali
Nel 2024 il costo dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone – calcolato sulla base dei parametri aggiornati da Istat e ACI nel 20232 e sulla base di quanto rilevato da Polizia Stradale, Polizie locali e Carabinieri – ammonta a poco più di 18 miliardi di euro (309 euro pro capite), pari a quasi l’1% del PIL nazionale3. In Friuli-Venezia Giulia tale costo è di 366 milioni di euro (306 euro pro capite) ed incide per il 2% sul totale nazionale.




