Prime manifestazioni in Friuli contro la guerra, partita la raccolta fondi. Allarme sull’impennata dei prezzi. Dopo lo stop delle Ferriere altre imprese sono a rischio

Le reazioni in Friuli alla guerra in Ucraina.

Una nuova manifestazione a Udine domani mattina contro la guerra. Una giornata di digiuno e preghiera in tutto il Friuli il prossimo 2 marzo. La raccolta fondi per le vittime della guerra. I primi effetti sul rincaro delle materie prime e sul prezzo della benzina. La decisione del gruppo Pittini di bloccare gli impianti a caldo di Osoppo (ma anche nelle altre città italiane dove ha gli stabilimenti) a cui potrebbero seguire altre imprese. Sono i fotogrammi di questa nuova giornata di guerra in Ucraina e degli effetti che si fanno sentire chiaramente anche in Friuli Venezia Giulia.

La prima giornata di proteste.

In un centinaio si sono ritrovati, questa mattina, a Udine davanti alla Prefettura per dire un deciso “No alla guerra”. Ma presìdi ci sono stati anche a Gorizia e Trieste. Domani si replicherà a partire dalle 10 in piazza XX Settembre. Questa manifestazione è organizzata dall’associazione “Ucraina-Friuli”. Nella chiesa ortodossa di Sant’Osvaldo si prega da giorni per la pace e il 2 marzo, Mercoledì delle ceneri, invece, è prevista una giornata di digiuno e preghiera per chiedere il cessate il fuoco.

La raccolta di fondi.

Intanto, partono in Friuli le prime fondi. La Caritas diocesana di Udine propone di devolvere proprio il “risparmio” del digiuno del Mercoledì delle Ceneri a un fondo dedicato su conto corrente postale intestato al Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine ODV n. 51029056, (causale “Europa/Ucraina”) o bonifico bancario tramite il conto corrente intestato a: Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine ODV; IBAN: IT45U0200812310000001515712 con la stessa causale.

L’incremento dei prezzi.

Le Ferriere Nord (gruppo Pittini) ha comunicato ieri il blocco immediato degli impianti a caldo su tutti gli stabilimenti in Italia, quindi ad Osoppo, Verona e Potenza, visto l’incremento del costo dell’energia. Lunedì pomeriggio l’azienda fornirà maggiori informazioni sull’eventuale utilizzo di ammortizzatori sociali, ma intanto ha iniziato l’iter per arrivare al blocco degli impianti tramite lo spegnimento dei forni. Una decisione che potrebbe rivelarsi drammatica, che potrebbe essere seguita da altre imprese.

“Dopo due anni di pandemia che hanno messo a dura prova la sopravvivenza delle nostre aziende, ora subentra la crisi Russia-Ucraina ad aggravare la situazione dell’economia, con ripercussioni sui settori della meccanica e dell’agroalimentare, e rispettive filiere, che si riverseranno purtroppo sui lavoratori e sulle famiglie”, è la preoccupante prospettiva delineata da Maurizio Meletti, presidente regionale CNA. La Russia, ricorda la confederazione degli artigiani del Fvg, assorbe circa l’1,5% dell’export italiano, per un valore nel 2021 di 7,7 miliardi di euro, con la meccanica tra i settori più rilevanti (2,6% della produzione), “ma nei rapporti commerciali con l’Ucraina è il sicuramente il settore agroalimentare il più colpito. Non dimentichiamo che l’Ucraina fornisce una quota superiore al 20% del nostro fabbisogno di mais”. Durante la settimana nei supermercati, hanno segnalato le associazioni dei consumatori, è già aumentato il prezzo dei pacchi di pasta e la benzina ha superato i 2 euro.

L’allerta alla base di Aviano.

Intanto, prosegue l’allerta alla base di Aviano. I caccia americani sono pronti a qualsiasi evoluzione imprevista che dovesse prendere la guerra. Sorvoli e preparativi si sono intensificati nelle ultime ore. Il comitato tecnico per l’ordine e la sicurezza riunitosi ieri mattina a Pordenone ha deciso di potenziare la vigilanza esterna alla base aerea di Aviano nel caso se ne ravveda la necessità.