Costrette a prostituirsi, l’indagine partita da Udine fa arrestate il boss

L’indagine sulla prostituzione partita da Udine.

Un’indagine partita da Udine che ha permesso di arrestare a Reggio Calabria, Favour Obazelu, ritenuto tra i capi della mafia nigeriana. Un’indagine partita dalla denuncia di una ragazza, connazionale del malvivente, portata in Italia con la promessa di un lavoro in un bar e poi segregata in un appartamento a Bari e costretta a prostituirsiViolentata e messa incinta, dopo la nascita del bambino, la ragazza era stata addirittura cacciata di casa senza il piccolo né i documenti.

Aveva trovato protezione a Udine ed il coraggio di denunciare l’orrore vissuto agli agenti della questura. Sono stati gli uomini della Squadra Mobile, guidati dal comandante Massimiliano Ortolan, ad effettuare i primi accertamenti sulla vicenda, i cui esiti sono stati trasmessi alla Procura di competenza, che ha attivato l’indagine che ha permesso di individuare il malvivente. A finire in manette, oltre Favour Obazelu, anche il fratello Eghosa Osasumwen. L’accusa per loro è di riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, sequestro e violenza sessuale. L’indagine ha visto la collaborazione anche delle Squadre Mobili di Palermo, Bari e Reggio Calabria.