Bambini esposti a pochi mesi ai cellulari: nasce il progetto Benessere digitale.
La Regione Friuli Venezia Giulia punta al benessere di bambini e adolescenti con un progetto dedicato all’uso consapevole di cellulari e schermi digitali. L’iniziativa, illustrata a Trieste dall’assessore alla Salute e alle Politiche sociali Riccardo Riccardi, nasce per rispondere a un fenomeno crescente che coinvolge l’intera società, non solo i bambini. “Si tratta di un salto culturale verso migliori condizioni di salute, soprattutto per i soggetti più fragili, in cui l’ospedale non può essere la soluzione a tutti i problemi”, ha spiegato Riccardi.
Il progetto, coordinato dall’Irccs Burlo Garofolo, è finanziato con 150 mila euro dalla legge di Stabilità regionale (100mila per il 2025 e 50mila per il 2026). Dai dati dei monitoraggi Zerodue emerge che già tra i 2 e i 5 mesi di vita il 3,8% dei bambini è esposto agli schermi per un’ora o più al giorno.
L’incidenza è maggiore tra famiglie con genitori più giovani, stranieri, con livello culturale più basso o in condizioni economiche più difficili. Il programma Okkio alla salute segnala che il 34% dei bambini trascorre più di due ore al giorno davanti a televisore, tablet o cellulare, percentuale che nel fine settimana sale all’82%. Tra gli adolescenti di 15 anni, quasi il 45% passa più di due ore al giorno sui social network, secondo il monitoraggio HBSC.
Gli effetti dell’esposizione agli schermi sono noti: sonno meno ristoratore, affaticamento visivo, minor attività fisica, ritardi nello sviluppo del linguaggio, ansia e depressione.
Il progetto regionale si articola in diverse azioni, tra cui il rafforzamento della rete dei pediatri di famiglia, la formazione di personale sanitario, educativo e bibliotecario, e una valutazione dell’impatto seguita da un piano di comunicazione. Cinque gli obiettivi principali: informare correttamente i genitori, offrire alternative ai comportamenti schermo-correlati, creare una rete di esperti di educazione digitale, promuovere un cambio culturale verso l’uso graduale della tecnologia e mettere al centro il benessere del bambino, ha illustrato il dottor Marco Grollo.
“Il problema non riguarda solo i bambini e gli adolescenti – ha aggiunto Riccardi – ma anche altre fasce d’età, compresi gli anziani. L’esposizione errata agli schermi può portare a solitudine, esclusione e dipendenze. Per questo i programmi come il Benessere digitale guardano ai più fragili e siamo certi che daranno risultati concreti”.