“Il 2026 si annuncia come un anno intenso e decisivo per comprendere il futuro della legislatura, l’assetto complessivo degli enti territoriali e l’evoluzione del sistema sanitario”. È questa la previsione del consigliere regionale Francesco Martines, che propone una riflessione articolata sull’anno che sta per iniziare e sulle principali sfide politiche e istituzionali della Regione.
Il primo grande tema è il quadro politico-istituzionale. “Le questioni centrali riguardano l’eventuale terzo mandato del presidente Massimiliano Fedriga, la legge elettorale, chiamata a definire modalità di voto e compiti delle nuove realtà istituzionali, comprese quelle del terzo settore, e l’eventuale passaggio dalle elezioni dirette a un sistema proporzionale”, spiega Martines.
Un secondo aspetto riguarda il funzionamento degli enti locali. Nel corso dell’anno la maggioranza regionale ha operato in un contesto caratterizzato da una forte crescita delle risorse disponibili, distribuite trasversalmente su tutti i settori: infrastrutture, scuola, cultura, sport e sanità: “In una situazione simile diventa difficile avanzare proposte che privilegino alcuni comparti rispetto ad altri, perché formalmente i contributi arrivano un po’ ovunque. Tuttavia emerge un rischio strutturale: l’attuale abbondanza di risorse, soprattutto a favore dei comuni, pone il problema di cosa accadrà quando queste non saranno più disponibili”.
Secondo il consigliere regionale, “resta aperta la questione della capacità amministrativa dei comuni e di come garantire loro risorse umane adeguate. I progetti non vengono messi a terra, l’economia non si attiva e le imprese non generano profitti. Anche i consorzi, pur disponendo di fondi rilevanti, spesso non hanno il personale tecnico necessario per gestire progetti e appalti”.
Sul piano economico generale, Martines evidenzia una criticità significativa: il PIL regionale non cresce come ci si potrebbe aspettare in presenza di ingenti risorse pubbliche. Parallelamente aumentano le fasce di povertà e di fragilità sociale.
“I redditi non crescono al passo con l’inflazione, il ceto medio perde potere d’acquisto e quello popolare è in forte sofferenza. Guardando al futuro, sarà fondamentale intercettare e affrontare le sacche di disagio già presenti”.
Accanto ad alcune criticità, Martines sottolinea anche elementi positivi. Sono state infatti condivise leggi ritenute importanti, come quelle sul riuso delle abitazioni e sulla riqualificazione energetica, che finanziano il recupero del patrimonio edilizio esistente, soprattutto nei piccoli centri e nelle aree montane.
“È stata inoltre sostenuta la legge sul Codice regionale del commercio e del turismo, proposta dall’assessore regionale alle attività produttive e turismo Sergio Bini, che ha semplificato un quadro normativo frammentato, offrendo il testo unico come riferimento chiaro agli operatori del settore”, spiega.
Sul fronte sanitario, Martines ricorda il sostegno al Piano della Rete Oncologica Regionale del Friuli Venezia Giulia (ROR FVG), pensato per creare un percorso di cura integrato e centrato sul paziente, collegando ospedali e servizi territoriali attraverso una maggiore specializzazione delle strutture.
“È però necessario definire in modo più chiaro il rapporto tra ospedali hub e ospedali di rete. L’hub di Udine non può continuare a fare tutto: occorre costruire un nuovo equilibrio, portando negli ospedali di rete non solo la chirurgia programmata, ma anche attività chirurgiche meno specialistiche e più vicine ai territori. In un contesto sociale profondamente mutato, caratterizzato da una crescente fragilità, sarà probabilmente necessario ridurre il peso della sanità ospedaliera a favore di maggiori investimenti nei servizi sociali territoriali, oggi carenti”.
Infine, uno sguardo a cultura e turismo, settori che hanno ricevuto molte risorse e che, secondo Martines, possono diventare un vero fattore di crescita del PIL regionale. “Il turismo va considerato a tutti gli effetti un comparto produttivo, capace di garantire maggiore stabilità reddituale, ridurre il precariato e assorbire parte della forza lavoro in uscita dall’industria, anche alla luce delle trasformazioni tecnologiche”.
“Il messaggio che con il turismo si può vivere è importante e la cultura rappresenta uno strumento fondamentale di valorizzazione dei territori e di creazione di economia”, conclude Martines.




