I tassi di interesse sono troppo alti, i friulani rinunciano a comprare casa

Vendita delle case giù del 12% in Friuli Venezia Giulia.

Tassi d’interesse e costi di ristrutturazione che crescono, da un lato, e calo dei consumi dall’altro: una combinazione che sta facendo crollare la vendita di case anche in Friuli Venezia Giulia. Nella nostra regione, infatti, nel 2023 si è registrata una riduzione delle compravendite immobiliari del 12% rispetto ai due anni da record in tempo di pandemia.

A renderlo noto è Andrea Oliva, presidente regionale e membro di giunta di Confcommercio Fimaa, alla vigilia dell’incontro promosso nella Tenuta Castelvecchio di Sagrado, mercoledì 6 dicembre alle 17.30, “occasione per fare il punto della situazione anche alla luce di una recente indagine elaborata dal nostro Ufficio studi nazionale”.

Nel focus, fa sapere ancora Oliva, assieme ai colleghi presidenti provinciali Michele Cati di Gorizia, Bruno Bari di Pordenone e Lino Domini di Udine, emerge un generale rallentamento del mercato nel corso dell’anno, “nel contesto di un fenomeno fisiologico dopo il boom post Covid, ma anche per effetto dell’aumento dei tassi di interesse dei mutui, e in parte di una maggiore attenzione per la classe energetica degli immobili“.

Nel dettaglio del problema tassi, “non è solo una questione di incremento dei prezzi, che può certamente indurre le famiglie a rinunciare all’investimento, ma anche di una stretta sulla concessione dei mutui: le banche, preso atto degli stipendi delle famiglie rimasti stabili, fanno valutazioni molto rigorose”.

Quanto appunto ai prezzi, “quelli del nuovo, aumentati mediamente in Friuli Venezia Giulia attorno al 20% nell’ultimo quinquennio, sono tutt’ora in crescita, circa dell’1%, mentre sull’usato siamo in una fase di sostanziale stabilità. Su questo fronte non possiamo non considerare il fatto che il 70% delle abitazioni è stato costruito prima del 1970 e solo l’8% dopo il 2000. Parliamo dunque di un parco case in larga parte con classi energetiche non adeguate e proprio questo fattore potrebbe determinare un’ulteriore contrazione della domanda”.

Non a caso, il report di Fimaa evidenzia che a destare maggiore preoccupazione tra gli associati sono l’incremento dei tassi d’interesse sui mutui (40%), il rallentamento dell’economia italiana (24%), e l’aumento dei costi di ristrutturazione (22%).

Quasi la metà degli operatori (il 46%) ritiene per questo che a sostenere la domanda sarà l’investimento offerto dal mercato delle locazioni. La richiesta, peraltro, di locazioni a breve termine ha rallentato l’offerta di immobili da destinare agli affitti ordinari. Fattori che hanno inciso nell’aumento dei canoni di locazione del 4,8% nei primi sei mesi dell’anno.

Di questi temi, anticipa Oliva, Confcommercio Fimaa Fvg parlerà mercoledì pomeriggio a Sagrado, “presenti il vicepresidente nazionale Alessandro Simonetto, che ci aggiornerà sulle ultime attività della Federazione, Alessandro Pasquale, con il quale di rapporteremo sulle esperienze dei National Association of Realtors, la maggiore associazione del Real Estate americana, e Simone Comi, che ci guiderà dal punto di vista del portale Idealista alle nuove visioni dell’agenzia del futuro”.