E’ friulano il primo cobot green

E’ friulano il primo e nuovo cobot green. Il nuovo scenario dell’Industry 5.0 è collaborativo: lo prevede anche il decreto di recente attuazione che destina i fondi del Pnrr nell’ambito del Piano di Transizione. Un’azienda come la friulana Idea Prototipi, CAIBOT , friulana, specializzata da anni nella creazione di cobot dotati di intelligenza artificiale, anticipa le norme e corre verso il futuro. Un futuro caratterizzato dalla cooperazione uomo-macchina per garantire sostenibilità e sicurezza.

Sono dunque già realtà i cobot green: Idea Prototipi ha prodotto robot collaborativi che rispondono ai più recenti requisiti di legge: ergonomia e attenzione all’ambiente. “La nostra nuova macchina è già nativa 5.0 – spiega il ceo Massimo Agostini – ed in questo siamo, per il momento, gli unici. In primis: l’obiettivo di offrire al lavoratore un robot che lavora in ambiente aperto, non nelle classiche gabbie, con una metodologia di produzione semplice e rapida. Abbiamo abbattuto i tempi delle macchine tradizionali e abbiamo facilitato il lavoro collaborativo, rendendo possibile lavori non accessibili anche alle persone senza preparazione tecnica o conoscenza nel settore”. 

L’attenzione per la sostenibilità ambientale si concretizza in una garanzia fondamentale: l’impegno di Idea Prototipi non è soltanto rispettare le norme a protezione dell’ambiente, che spesso arrivano troppo tardi, ma anticiparle. 

L’ultimo nato.

L’ultimo nato dei cobot di Agostini, SET 4000, è un braccio robotizzato, dotato di intelligenza artificiale, abbinato a un banco di lavoro per lavorare legno d’arredo: “Si tratta di un robot collaborativo in grado di eseguire operazioni semplici e accurate, è velocissimo, e per farlo funzionare non occorrono ingegneri meccanici. È aperto a ogni competenza perché è il cobot stesso a possedere il know-how”. 

“Le nostre soluzioni – aggiunge il ceo – vengono incontro a una delle principali criticità del momento: la carenza di personale: dal saldatore a chi lavora il legno, al mondo degli imballaggi e della selezione dei prodotti. Ed evitano, proprio come la legge prevede, il problema delle mansioni usuranti, delegando al cobot compiti logoranti e pericolosi per gli esseri umani”. Il tutto in una visione olistica dell’industria 5.0, per cui vige il benessere del lavoratore e la sostenibilità ambientale. Le potenzialità di impiego sono vastissime, e la stessa macchina offre flessibilità e adattabilità per le esigenza di ogni azienda, anche di piccole dimensioni, interessate a digitalizzare e automatizzare le produzioni.