Friuli, la metà dei bambini di 10 anni ha il suo cellulare. Un terzo riceve messaggi da sconosciuti

Il report Mec su bambini e cellulare.

A dieci anni, oltre la metà dei bambini del Friuli Venezia Giulia ha già un cellulare personale. È uno dei dati più emblematici emersi dal primo incontro della rassegna Homo Sapiens Digitalis, promossa da MEC – Media Educazione Comunità ETS in collaborazione con l’Università di Udine e diverse associazioni del territorio. L’evento, intitolato I bambini tra schermi, sicurezza e benessere, ha acceso i riflettori sulle abitudini digitali dei giovanissimi, grazie alla presentazione dell’indagine “Bambini e schermi digitali 2025”, condotta su un campione di 512 alunni di quinta elementare della regione.

L’accesso precoce ai dispositivi digitali personali è ormai la norma: il 51% dei bambini possiede uno smartphone, il 48% un tablet e il 46% uno smartwatch. E se l’età legale per l’utilizzo autonomo di app come WhatsApp e TikTok è fissata a 13 anni, la realtà osservata nelle scuole è ben diversa: il 66% dei bambini usa abitualmente WhatsApp, il 52% TikTok.

Dietro a questi numeri si nasconde un dato ancora più preoccupante: l’assenza di un’adeguata supervisione da parte degli adulti. Solo il 36% dei bambini ha dichiarato che i genitori controllano regolarmente i contenuti che visualizzano online. E se il 38% riceve messaggi da sconosciuti (spesso o a volte) e il 31% si imbatte in contenuti che spaventano o turbano, solo nel 17% dei casi è stato attivato un parental control.

I bambini accedono sempre prima alla rete e lo fanno in solitudine, senza un accompagnamento educativo da parte della famiglia o della scuola”, ha sottolineato Giacomo Trevisan, coordinatore di MEC. La mancanza di regole, ha spiegato, è spesso legata a una scarsa conoscenza da parte dei genitori delle normative e degli strumenti di controllo a disposizione.

Altro dato critico riguarda la relazione tra scuola e tecnologie digitali. Solo il 10% degli alunni riferisce di aver imparato a usare i dispositivi a scuola. Un terzo degli studenti ritiene di non avere nessuno che li stia guidando in questo percorso. Eppure, quasi tutti utilizzano il digitale per studiare o svolgere compiti.

Una sorpresa arriva anche dal rapporto tra bambini e intelligenza artificiale: il 55% ha già usato app basate su IA, spesso per fare i compiti, divertirsi o addirittura tenersi compagnia nei momenti di solitudine. A favorire questo incremento è stata, secondo gli esperti, l’introduzione della funzione “IA” direttamente in app diffuse come WhatsApp.

Non meno allarmante è il dato sulla socialità. Alla domanda “Con che frequenza ti incontri con i tuoi amici per giocare o stare insieme fuori da scuola, al di fuori di attività organizzate?”, il 45% ha risposto “raramente o mai”. Solo il 24% ha contatti frequenti con i coetanei. Un segnale chiaro di come la relazione tra i bambini si stia sempre più spostando in ambito digitale.

Il ciclo di incontri Homo Sapiens Digitalis proseguirà lunedì 30 giugno, lunedì 7 luglio e mercoledì 16 luglio, tra Corte Morpurgo e Spazio35 a Udine, con approfondimenti su educazione, salute mentale e benessere digitale.