Ristoranti, alberghi, discoteche, negozi: chi getta la spugna con la crisi in Friuli

Con la crisi e le bollette alle stelle tante attività in Friuli abbassano le serrande.

La crisi morde più forte che mai in tutto il Friuli, al punto che molti hanno già deciso di gettare la spugna, e di arrendersi. In attesa della stangata invernale, con la minaccia di bollette astronomiche e il timore di non riuscire a far fronte a tutte le spese, non sono poche le attività che si sono arrese, abbassando le serrande prima di incorrere in guai peggiori.

Ristoranti, interi centri commerciali, alberghi sulle piste da sci, discoteche, negozi: in tutta la regione un lungo elenco di attività in vendita. Qualche esempio? Porte chiuse per la pizzeria Da Pippo di via Diaz a Udine, per il supermercato di Aquileia, l’hotel di via Priesnig a Tarvisio, proprio di fronte alle piste da sci, il ristorante di Lignano, sul lungomare Trieste, l’hotel di Pontebba, anche questo a pochi chilometri dagli impianti sciistici, il ristorante di Clauzetto, l’hotel di Azzano Decimo, il centro commerciale di Cervignano del Friuli, quello di Tricesimo, il ristorante di Pradamano, l’agriturismo di San Canzian d’Isonzo, fino al centro commerciale di via Beano a Codroipo e all’ex discoteca Mirò di Lignano.

Una sfilza di attività che hanno alzato bandiera bianca, e sono solo alcuni esempi. Basta guardarsi in giro: i cartelli “vendesi” cominciano a comparire sempre di più sulle serrande delle attività commerciali, uno dopo l’altro. E l’autunno è appena cominciato.