Presa di posizione della Commissione Europea sulla controversa “traversa di Dignano” lungo il fiume Tagliamento. A smuovere l’Europa è stata una petizione firmata da 13.780 cittadini e presentata il 29 gennaio 2025 alla Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo (n. 0144/2025), in cui si denunciano le criticità e le presunte irregolarità del progetto finanziato con fondi pubblici.
La Commissione, dopo aver esaminato la documentazione, ha riconosciuto la fondatezza delle preoccupazioni sollevate. “Un’opera invasiva, inefficace rispetto agli obiettivi dichiarati, priva delle necessarie valutazioni ambientali e potenzialmente in violazione di più direttive europee, incluse quelle che tutelano i siti Natura 2000. Il Tagliamento, infatti, è uno degli ultimi fiumi alpini a corso libero in Europa e rappresenta un ecosistema unico e fragile”, spiegano i promotori.
La Commissione Europea ha quindi coinvolto le proprie Commissioni competenti per Ambiente e Sanità pubblica, per condurre un’indagine preliminare.
I promotori della petizione – tra cui Aldevis Tibaldi (Comitato per la Vita del Friuli Rurale), Silvana Ros e Valentina Sovran – annunciano un imminente esposto alla Procura di Trieste, al Presidente della Repubblica e alla Procura Europea (EPPO) per fare piena luce su eventuali responsabilità amministrative, violazioni di legge e distrazione di fondi pubblici.
Honsell: “La voce dei cittadini in Europa”.
“Esprimo tutto l’apprezzamento per i promotori della petizione al Parlamento europeo n. 0144/2025 (Sulla tutela del fiume Tagliamento da interventi invasivi) a difesa del fiume Tagliamento contro i confusi e inquietanti progetti della Regione Fvg per sbarrare in caso di piena eccezionale il flusso del fiume. L’Ufficio petizioni ha accolto come legittima la petizione e ha promosso di condurre indagini presso varie commissioni, tra cui quella dell’ambiente e della salute”.
Lo sottolinea, in una nota, il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell. “Come Open esprimiamo viva riconoscenza a questi autentici campioni di resistenza civile e partecipata che sono sempre più determinanti nell’affrontare le criticità di una politica ambientale troppo ambivalente e rischiosa”, conclude Honsell.