L’Università di Udine scopre un relitto greco in Sicilia, Scorsese lo racconta in un docufilm

L’Università di Udine ha portato alla luce un relitto greco in Sicilia.

Un’antica nave greca, affondata tra il VI e il V secolo a.C., è riemersa dai fondali della Sicilia: a sei metri di profondità, al largo di Santa Maria del Focallo, nel territorio di Ispica, il relitto è stato quasi completamente riportato alla luce durante la sesta campagna di scavi subacquei del Kaukana Project, promosso dall’Università di Udine e dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.

Un ritrovamento spettacolare che sarà raccontato in un docufilm co-prodotto da Martin Scorsese, intitolato Shipwreck of Sicily, realizzato in collaborazione tra Sikelia Productions (la sua casa di produzione) e Sunk Costs Productions.

Il ritrovamento.

Durante lo scavo, oltre alla struttura della nave, sono stati ritrovati l’albero dell’imbarcazione, ceramiche a figure nere, un piccolo unguentario con incisa la parola greca “NAU” (nave), e persino un pezzo di cima in eccezionale stato di conservazione. “Siamo riusciti a documentare nuove e importanti parti della nave – racconta Massimo Capulli, docente di archeologia subacquea all’Università di Udine e coordinatore scientifico del progetto – compreso il suo albero, che si preserva assai raramente. Se si considerano i molti reperti recuperati, non posso che esprimere una grande soddisfazione. Ora ci attende un lungo studio in laboratorio per ricostruire una pagina della storia del Mediterraneo antico”.

Il relitto è classificabile nella tipologia “su guscio”: le tavole del fasciame venivano collegate tra loro con incastri a mortasa e tenone, creando una struttura autoportante. La campagna di scavo 2025, durata cinque settimane tra maggio e giugno, ha utilizzato una sorbona ad acqua per liberare la nave da sabbia e massi, avanzando di due metri e scoprendo anche il paramezzale e una delle due ruote.

La squadra

Le attività a mare sono state coordinate da Massimo Capulli dell’Università di Udine e da Fabrizio Sgroi, della Soprintendenza del mare della Regione Siciliana. Hanno inoltre partecipato Salvo Emma della Soprintendenza e, per l’Ateneo friulano, Dario Innocenti e Lucrezia Maghet, mentre per la Sunk Costs Productions, Lisa Briggs e Peter Campbell. Le ricerche si sono avvalse della collaborazione della Capitaneria di Porto di Pozzallo e del supporto logistico della “3PSUB” di Paolo Ciacera che ha fornito i mezzi nautici.

Un relitto, quattro millenni di storia

Il progetto rientra nell’ambito del Kaukana Project, nato nel 2017 su impulso del compianto archeologo Sebastiano Tusa. Il programma mira a ricostruire il paesaggio sommerso tra le antiche città di Ispica, Kaukana e Kamarina. Le indagini subacquee, coordinate anche da Fabrizio Sgroi della Soprintendenza del Mare, si sono avvalse del supporto della Capitaneria di Porto di Pozzallo e del centro subacqueo “3PSUB” di Paolo Ciacera.

Importante anche la collaborazione con la comunità locale: diversi potenziali siti archeologici sono stati segnalati da Antonino Giunta, pescatore subacqueo di zona già noto per scoperte precedenti.

Scarpinato: “Un’eccellenza della Sicilia sommersa”

“La collaborazione tra Regione Siciliana e Università di Udine continua a dare grandi risultati scientifici“, sottolinea Francesco Paolo Scarpinato, assessore regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana. “La ricerca subacquea arricchisce la conoscenza della nostra storia millenaria, offrendo nuovi strumenti per comprendere chi siamo e da dove veniamo”.

Scorsese e l’anima del Mediterraneo

Per la seconda campagna di studio sul relitto arcaico di età greca di Ispica, l’Università di Udine ha ricevuto un contributo di sponsorizzazione dalla Sunk Costs Productions che, insieme alla Sikelia Productions di Martin Scorsese, sta lavorando al progetto cinematografico “Shipwreck of Sicily”.

Il docufilm è stato realizzato in Sicilia nel corso degli ultimi due anni e, in particolare, su alcuni relitti subacquei individuati e scavati dalla Soprintendenza del Mare. In particolare, i relitti Marausa II, delle Colonne di Taormina, Gela II e i reperti sommersi di Ustica. Nel corso dello scavo di Ispica, alle attività scientifiche sono state alternate fasi di riprese cinematografiche che serviranno alla realizzazione di questo docufilm co-prodotto dal celebre regista americano.