Violenza contro le donne, un alert per le vittime se il carnefice torna libero

Uno strumento in più contro la violenza sulle donne.

In Friuli, ci sarà uno strumento in più per prevenire la violenza reiterata contro le donne. Quante volte, infatti, è capitato che il colpevole, una volta tornato in libertà, ricominciasse a prendere di mira la vittima?

Ora, grazie ad un protocollo tra la Questura di Udine e l’Amministrazione Penitenziaria del Triveneto, si porrà un freno a questo rischio: tutti gli Istituti di pena presenti in Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, con cadenza mensile o, se necessario, per le vie brevi, comunicheranno l’imminente uscita, per scarcerazione, revoca della custodia cautelare, permesso, riammissione in libertà, uscita a vario titolo, dei detenuti che in provincia di Udine abbiano residenza, domicilio, o anche abbiano commesso i delitti previsti dall’accordo.

La comunicazione è destinata alla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Udine, nell’ottica di anticipare la soglia di prevenzione nei reati, come suggerito dal “Codice Rosso”; venendo a conoscenza della prossima scarcerazione degli autori, o presunti tali, di questi delitti, l’ufficio adotterà in tempo utile ogni iniziativa volta ad evitare recidive, ritorsioni, riproposizione di situazioni a rischio, avvertendo quando necessario anche le vittime, a loro tutela, e gli uffici delle forze dell’ordine competenti per territorio.

I delitti cui si riferisce la convenzione sono in particolare quelli relativi a maltrattamenti contro familiari e conviventi; violenza sessuale, violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne, violenza sessuale di gruppo, atti persecutori consumati o tentati, nonché quelli previsti dall’articolo 575 (omicidio), tentato, e dagli articoli 582 (lesione personale) e 583 quinquies (deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso) in alcune ipotesi aggravate. Come ulteriore novità del protocollo, verranno comunicati alla Questura anche i nominativi dei soggetti che, durante la detenzione, abbiano tenuto condotte manifeste e reiterate, evidente segnale di pericolosità sociale.