Dalle colline di Lucinico spariti 13 ettari di verde: “Uno scempio”

Legambiente Gorizia denuncia i lavori sul colle Pubrida.

Quello che si sta consumando sul colle di Pubrida, chiamato anche Cucula, a Lucinico, dove sono partiti i lavori di ripristino di un vigneto abbandonato “è uno scempio”.

La denuncia è di Legambiente Gorizia che contesta il metodo utilizzato che, “in barba ai più recenti orientamenti in materia ambientale come l’agroecologia, vede un intervento che ha fatto tabula rasa in poche settimane di circa 13 ettari di vegetazione arbustiva e arborea, senza salvare nemmeno un albero, tra vari che avrebbero potuto garantire un inserimento più decoroso a livello paesaggistico del vigneto senza pregiudicare la produttività. Nemmeno le siepi lungo le scarpate – proseguono gli ambientalisti – sono state risparmiate, che sarebbero state un valido ricovero per insetti impollinatori, micro-fauna, tra cui uccelli e supportare la biodiversità”.

Ora Legambiente ha “forte timore che vi possano essere future conseguenze anche per l’area boscata, tutelata dal Piano paesaggistico e della legge forestale regionale, dove risiedono anche alcune decine di begli esemplari di quercia e di castagno”.

Per l’associazione goriziana, inoltre, “la stretta vicinanza all’abitato di Lucinico apre la necessità di un ragionamento più ampio sulle potenziali ripercussioni sanitarie dell’agricoltura in generale. Sono accertati effetti negativi per la salute da parte di molti pesticidi utilizzati oggi, tra cui teratogeni, mutageni, interferenti endocrini ed altri. Rileviamo che anche in questo caso il Comune di Gorizia, notoriamente in ritardo su diversi fronti regolamentari e pianificatori, non ha un regolamento di polizia rurale che dia prescrizioni circa l’uso di fitofarmaci a ridosso delle aree abitate diversamente da altre amministrazioni”.

Per questi motivi Legambiente annuncia che sta operando “le dovute verifiche sulla liceità e correttezza di questi lavori, che ricordano gli interventi che si facevano 40 anni fa. Ci chiediamo – concludono da Legambiente –, e chiediamo ai cittadini, se sia questo che vuole un territorio che si sta candidando come patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco”.