Il nuovo impianto per i rifiuti vicino alle risorgive agita gli abitanti di Pocenia

L’impianto di stoccaggio dei rifiuti a Pocenia.

Il tempo stringe per i cittadini di Pocenia. Entro fine mese devono presentare in regione l’osservazione al progetto contro l’impianto di stoccaggio lavorazione e smaltimento rifiuti che dovrebbe sorgere nell’ex segheria di via Locatelli. Una zona caratterizzata dal fenomeno delle risorgive, a poche decine di metri dall’autostrada, ma soprattutto dalle loro abitazioni. Si parla di 115 mila tonnellate di materiali lavorati annualmente, tra cui l’amianto.

Un quantitativo importante, date le dimensioni della struttura. “Non mi risulta si sia tenuto conto della vicinanza della struttura con le altre aziende limitrofe, che oltretutto impiegano centinaia di lavoratori. Vorrei inoltre evidenziare che, risulta di recente iniziata l’attività di manutenzione straordinaria dello stabile. Le molte incongruenze inerenti al caso vorrei venissero una volta per tutte spiegate dal sindaco ai propri cittadini. Mi chiedo come mai non abbia ritenuto opportuno portare a conoscenza i cittadini di Pocenia dell’intenzione di far nascere un impianto, volto a trattare materiali altamente pericolosi in una zona del tutto inappropriata”, dice il consigliere comunale Roberto Plati.

E se è vero che la questione è stata sollevata a ridosso della campagna elettorale, dal consigliere regionale Cristian Sergo, è anche vero che “in Regione le carte per l’avvio al procedimento per i lavori sono pervenute il giorno 4 maggio”. “Mi sarei aspettato che, nei giorni seguenti, il sindaco sentisse l’obbligo morale di indire un’assemblea per informare i cittadini di quanto stava accadendo e delle decisioni che erano in corso di valutazione. Invece, così non è stato. Non si tratta, a questo punto, di giudicare se il progetto vada bene, nella struttura e nella funzionalità, o se sia utile o meno un tipo di impianto del genere, in quella specifica sede. Credo che sia estremamente necessario, in primo luogo, dare le corrette informazioni ai cittadini, in modo tale che siano consapevoli dei disagi che un impianto di questo tipo può causare “, afferma Sergo.

Oltre ad una raccolta firme, indetta dalla consigliera Deborah Furlan a cui hanno aderito già decine di cittadini, sono state indette due assemblee, che hanno visto un’elevata partecipazione da parte della comunità. Il presidente del Comitato per la vita del Friuli rurale, Aldevis Tebaldi, ha infatti ribadito, durante l’assemblea di giovedì 19 maggio, che, qualora venisse approvato il progetto, si andrebbe incontro a delle gravissime ripercussioni a livello ambientale. “L’impatto – spiega Tebaldi – risulterebbe essere disastroso per la nostra zona”.