Il Comitato Udine Sicura chiede un incontro urgente con prefetto e sindaco.
Dura reazione da parte del Comitato Udine Sicura dopo l’accoltellamento avvenuto ieri sera in Piazza San Giacomo e la rissa dei giorni scorsi alla Casa dell’Immacolata. Il comitato dei cittadini chiede urgentemente un incontro col prefetto Domenico Lione e col sindaco Alberto Felice De Toni per sottoporre sei provvedimenti da adottare urgentemente contro il dilagare di violenza in città, di cui sono responsabili minori stranieri non accompagnati ospitati in strutture di accoglienza.
La reazione del Comitato.
“L’ennesima goccia, che evidentemente non basta a far traboccare ancora il vaso, si è consumata ieri sera alle 21 nel cuore di Udine, piazza San Giacomo, dove un uomo è stato accoltellato alla schiena da un gruppo di sei giovani stranieri solo perché intervenuto in difesa di una ragazza da loro importunata – commenta il presidente del comitato Federico Malignani – il tutto è accaduto sotto gli occhi attoniti di famiglie sedute ai tavolini dei bar e di bambini che giocavano attorno alla fontana. La situazione è tornata a peggiorare e l’impressione è quella di trovarci di fronte a qualcosa che viene affrontata con fatalismo piuttosto che con decisione. Dopo un anno non c’è traccia di sicurezza partecipata o di altre iniziative volte a tutelare la città. Nei quartieri periferici le cose non migliorano e il centro, che era tornato effettivamente a essere più sicuro, sta scivolando verso situazioni come quelle vissute due anni fa”.
“La città, un tempo tranquilla e a misura proprio di famiglia, è ostaggio di gruppi violenti che agiscono con arroganza, spadroneggiano e tengono in scacco l’intera comunità. Oggi i residenti hanno perfino paura a uscire di casa”, aggiunge la vicepresidente Sara Rinaldi.
Sei provvedimenti per la sicurezza a Udine: la proposta dei cittadini.
La protesta senza proposta lascia il tempo che trova e, così, essendo il comitato composto da cittadini responsabili e che hanno solo a cuore la propria città, propone 6 provvedimenti concreti e immediati per ripristinare un minimo di sicurezza e ordine pubblico.
- Presidio dei centri di accoglienza 24 ore su 24 da parte delle forze dell’ordine.
- Controllo sistematico delle entrate e delle uscite dai centri.
- Perquisizioni frequenti nei centri di accoglienza per verificare l’eventuale presenza di armi e droga.
- Monitoraggio della formazione di gruppi potenzialmente pericolosi, con verifiche sulla presenza di armi e sostanze stupefacenti.
- Rafforzamento immediato della presenza delle forze dell’ordine nel centro città e nelle aree più sensibili.
- Chiusura dei centri di accoglienza in caso di mancata vigilanza, per ragioni di pubblica sicurezza.
Il comitato dà per scontato che questi centri, finanziati con fondi pubblici e risorse rilevanti, perseguano la loro prioritaria missione di formazione e integrazione sociale dei minori attraverso efficaci corsi linguistici e professionali, inserendoli in percorsi lavorativi.“Chiediamo con urgenza che le istituzioni raccolgano il nostro appello e intervengano con decisione, restituendo a Udine la sicurezza e la dignità che merita” conclude Malignani.