Dopo la violenta aggressione subita da un medico e due infermieri del Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine finita con l’arresto di un 32enne, interviene con fermezza il sindacato UGL Salute, chiedendo un piano nazionale per la sicurezza del personale sanitario.
“L’ennesima violenta aggressione ai danni di alcuni operatori sanitari dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine non ha avuto conseguenze tragiche solo grazie al tempestivo utilizzo del pulsante antiaggressione, installato poche settimane fa nella struttura friulana“, dichiarano in una nota congiunta Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute, e Giuseppe Perricone, segretario regionale del Friuli Venezia Giulia. “L’allerta immediata alle forze dell’ordine ha permesso l’arresto dell’aggressore e il contenimento dei danni al personale in servizio“, aggiungono, esprimendo la massima solidarietà ai professionisti coinvolti.
“Quanto accaduto – proseguono Giuliano e Perricone – dimostra in modo chiaro che dotare gli ospedali di strumenti tecnologici e di sicurezza efficaci può fare la differenza tra una tragedia e un intervento risolutivo. Da qui l’appello alle istituzioni affinché si proceda con l’estensione di queste dotazioni di sicurezza in tutte le strutture sanitarie del Paese.
UGL Salute chiede in particolare l’installazione di pulsanti antiaggressione collegati direttamente alle centrali operative delle forze dell’ordine, l’attivazione di impianti di videosorveglianza nei reparti più esposti al rischio, la dotazione di bodycam per documentare in tempo reale eventuali episodi di violenza e, infine, la presenza fissa di presidi di pubblica sicurezza operativi 24 ore su 24 all’interno degli ospedali.
“Garantire la sicurezza dei professionisti della salute – concludono Giuliano e Perricone – è un dovere istituzionale e morale. Nulla può essere lasciato intentato per tutelare chi ogni giorno lavora al servizio della collettività, spesso in condizioni difficili e con rischi inaccettabili”.