Udine, nuovo polo educativo culturale in carcere: “Formazione e dignità per reinserire i detenuti”

L'assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti (a destra) alla cerimonia di inaugurazione dei rinnovati spazi della palazzina ex femminile della casa circondariale di Udine, trasformata in un moderno polo scolastico, lavorativo e formativo.

Inaugurato al carcere di Udine il nuovo polo educativo, formativo e culturale.

È stata inaugurata oggi la nuova sede del Polo educativo, culturale e formativo del carcere di via Spalato a Udine, realizzata nella palazzina che un tempo ospitava la sezione femminile. Completamente ristrutturata, l’area è stata riconvertita in un moderno spazio dedicato allo studio, ai laboratori, ai colloqui e alla socialità, arricchito da una biblioteca e da una sezione di semilibertà già operativa.

Una trasformazione significativa, che rappresenta un passo importante verso un carcere più attento alla funzione rieducativa della pena. “Chi entra in carcere ha commesso un errore, ma lo Stato ha il dovere di accompagnarlo verso una prospettiva di riscatto”, ha sottolineato l’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti durante la cerimonia. “Investire sul benessere, la formazione e la dignità delle persone detenute – ha aggiunto – significa fare vera sicurezza: una sicurezza che riguarda tutti, dentro e fuori da queste mura”.

Cultura e formazione come strumenti per il reinserimento.

Roberti ha inoltre evidenziato le difficoltà tecniche nel realizzare opere pubbliche in ambito penitenziario, ma ha elogiato il lavoro di squadra che ha permesso il risultato. La Regione, ha assicurato, continuerà a investire anche in attività culturali e sociali: “Vogliamo avviare un progetto dedicato alla lettura nelle carceri del Friuli Venezia Giulia, perché crediamo che cultura, formazione e lavoro siano strumenti fondamentali di prevenzione e reinserimento”.

Il nuovo polo scolastico-lavorativo si sviluppa su due piani e ospita spazi per la formazione, laboratori, una biblioteca, nuovi locali per la sorveglianza e il trattamento. Sono in fase di completamento anche un teatro da 100 posti, un’area colloqui rinnovata con zona affettiva per i bambini, la ristrutturazione del campo sportivo e nuovi spazi per l’infermeria e la socialità. “È un lavoro collettivo, reso possibile da una squadra coesa – ha concluso Roberti -. Ogni passo compiuto qui dentro è un passo avanti anche per la società esterna“.

Soddisfazione bipartisan, ma resta il nodo sovraffollamento.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla consigliera regionale Manuela Celotti (Pd), che ha parlato di “una sinergia interistituzionale importante” e ha auspicato che lo stesso metodo venga applicato per affrontare altre criticità: dall’assistenza sanitaria in carcere, di competenza regionale, al sostegno abitativo per i detenuti in uscita. Celotti ha ricordato un emendamento da lei presentato all’Assestamento di bilancio per istituire un fondo destinato ai Comuni che ospitano strutture penitenziarie, con l’obiettivo di favorire progetti di inclusione abitativa per chi ha scontato la pena. Emendamento non approvato, ma su cui l’assessore ha promesso una riflessione.

Presente anche Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia, che ha ribadito l’importanza di investire in percorsi di formazione e reinserimento, sottolineando però l’urgenza di affrontare il problema del sovraffollamento carcerario, che in Friuli Venezia Giulia raggiunge punte del 200%. “Svuotare le carceri deve restare una priorità – ha detto – anche per tutelare chi vi lavora. I suicidi tra il personale penitenziario, uno dei quali avvenuto anche nella nostra regione, ci raccontano una realtà drammatica”.