Corteo pro-Palestina a Udine: “La Mobilitazione finirà solo con la fine dell’occupazione israeliana”

Dopo la tregua i promotori confermano il corteo di Udine.

“Continuiamo a chiedere giustizia: la mobilitazione finirà solo con la fine dell’occupazione israeliana”. Con queste parole, il Comitato per la Palestina Udine, insieme alla Comunità Palestinese FVG e Veneto, all’associazione Salaam Ragazzi dell’Olivo Trieste, al collettivo Calcio e Rivoluzione e alla rete BDS Italia, ha ribadito la volontà di scendere in piazza il 14 ottobre, confermando il corteo pro-Palestina.

Udine, dopo la tregua il centrodestra chiede di revocare il corteo pro-Pal

“Le immagini di festa che arrivano da Gaza non possono che essere accolte con grande gioia e invitare tutti a festeggiare l’attuale cessate il fuoco e la riduzione delle violenze di Israele. Tuttavia, la fine dei bombardamenti non può essere considerata una garanzia di pace e giustizia. Il piano di Donald Trump per Gaza presenta come generose concessioni quelle che in realtà sono garanzie imposte dal diritto internazionale (il rilascio dei prigionieri palestinesi, l’assistenza umanitaria ai palestinesi e gli impegni israeliani a smettere sfollamenti forzati e annessioni). Inoltre, secondo 36 esperti legali e per i diritti umani delle Nazioni Unite, gli elementi chiave della proposta sono incompatibili con il parere della Corte internazionale di giustizia (Cig), che esorta Israele a porre fine all’occupazione illegale dei territori palestinesi. Vengono infatti violati i principi fondamentali del diritto internazionale per 15 ragioni principali: dalla condizionalità del diritto all’autodeterminazione palestinese, alla sostituzione dell’occupazione con un controllo straniero mascherato, fino all’assenza di meccanismi di responsabilità per i crimini israeliani e al rischio di indebito sfruttamento economico di Gaza”.

“Per questo, la campagna di boicottaggio della partita Italia-Israele continua. Consideriamo inaccettabile che la FIGC e il governo italiano normalizzino le politiche di un Paese che pratica da decenni, in maniera continuativa e strutturale, violazioni dei diritti umani”.

“Come accadde con il Sudafrica dell’apartheid, anche oggi il mondo dello sport ha il dovere di schierarsi: non può esserci neutralità di fronte all’oppressione. Scenderemo quindi in piazza, come già programmato, perchè “Non basta un cessate il fuoco per tornare a giocare come se nulla fosse. Lo sport deve essere dalla parte della giustizia, non del genocidio e dell’occupazione, che, per il momento, continua a Gaza e in tutta la Palestina”.

Migliaia di persone per il corteo di Udine.

“Martedì a Udine sono attese migliaia di persone, con una forte presenza del territorio ma anche di realtà e singoli provenienti da tutta Italia. Mentre cresce la mobilitazione popolare per chiedere giustizia e libertà per il popolo palestinese, le istituzioni locali e nazionali, che da lungo tempo approvano le violenze israeliane, cercano di creare un clima di paura e criminalizzazione attorno alla manifestazione. A noi continua a spaventare solo una cosa: la complicità delle istituzioni unita all’indifferenza di chi ancora non sta prendendo posizione contro chi che per anni ha bombardato scuole e ospedali. La retorica vuota della violenza e del terrore (che lo scorso 3 di ottobre ha colpito anche un gruppo di famiglie udinesi, ree di aver organizzato “lo sciopero dei bambini”) non dimostra altro che la loro preoccupazione di fronte a una mobilitazione ampia e trasversale”.

“Il 14 ottobre saremo nelle strade di Udine, come in tante altre città d’Italia, per dire che quanto sta facendo Israele non si cancella con un fischio d’inizio. Continuiamo a fare nostra la richiesta della federcalcio palestinese che non chiede un minuto di silenzio o un “gesto di pace” ai giocatori italiani, ma una presa di posizione netta nei confronti di chi commette crimini contro il proprio popolo e i propri sportivi. Per questo chiediamo alla FIGC di boicottare la partita Italia–Israele e di ascoltare il grido che arriva dalle piazze: lo sport non può normalizzare l’apartheid e l’occupazione nè tanto meno un genocidio”.