Interno, l’opera di Mario Baldan donata all’Università di Udine

La collezione dell’Università di Udine si arricchisce con una nuova opera di Mario Baldan.

L’Università di Udine arricchisce la propria collezione d’arte con l’opera “Interno” di Mario Baldan, realizzata nel 1965 e donata dalla figlia dell’artista, Stefania Baldan. Alla cerimonia di donazione, a palazzo Antonini Maseri, sono intervenuti la figlia Stefania, il rettore dell’ateneo friulano Roberto Pinton e il presidente della Commissione patrimonio artistico dell’università, Alessandro Del Puppo, docente di storia dell’arte contemporanea.

“Interno”, olio su carta, rappresenta uno dei momenti più significativi della produzione pittorica di Baldan, emblematica della fase di transizione dal periodo informale verso il suo celebrato geometrismo lirico. Il dipinto si distingue per l’equilibrio tra cromatismo e struttura, restituendo con forza l’estro creativo e la continua sperimentazione dell’artista friulano tra segno e materia.

L’opera sarà collocata nella sala studio di Palazzo Antonini, entrando a far parte del percorso del museo diffuso universitario, un progetto volto a rendere accessibile e condivisa la ricchezza artistica dell’Ateneo, a beneficio della comunità accademica e del territorio.

«Con questa donazione desidero restituire un frammento della visione artistica di mio padre alla collettività – ha sottolineato la figlia dell’artista Stefania Baldan -. L’Università di Udine, con il suo museo diffuso e l’attenzione verso l’arte contemporanea, rappresenta il luogo ideale per custodire e condividere un’opera che incarna il suo percorso di ricerca e la sua sensibilità. È un gesto di memoria, ma anche di futuro, perché sono certa che quest’opera potrà parlare ancora a molte generazioni».

“Accogliere l’opera di Mario Baldan nella nostra collezione significa rendere omaggio a un artista che ha saputo esprimere, con sensibilità e coerenza, la complessità del suo tempo – ha detto il rettore Roberto Pinton – La cultura e l’arte sono parte integrante della nostra missione educativa. Ringraziamo Stefania Baldan per questa generosa donazione, che contribuisce ad arricchire il dialogo tra l’università e il territorio”.

“La donazione di quest’opera e la sua fruizione negli spazi dell’Ateneo – ha evidenziato Alessandro Del Puppo, docente di Storia dell’Arte Contemporanea – costituirà, al pari delle altre numerose opere della collezione d’arte, un’ispirazione e uno stimolo per studentesse, studenti e personale: un’opera esemplare che unisce qualità estetica e valore di testimonianza”.

Mario Baldan: un protagonista della pittura astratta italiana

Artista instancabile e figura di riferimento per il Friuli del secondo dopoguerra, Mario Baldan (Mestre, 1933 – Udine, 1996) ha attraversato con coerenza e libertà espressiva le principali stagioni dell’arte del Novecento. Dai paesaggi post-neorealisti degli anni Cinquanta, al periodo informale, fino all’astrazione geometrica e ai celebri cicli dei “voli”, la sua opera si caratterizza per un equilibrio tra rigore compositivo e lirismo cromatico.

Autodidatta per vocazione, riceve nel 1955 un impulso decisivo dall’incontro con Ottone Rosai. Dopo la sua prima personale nel 1957, espone in Italia e all’estero, sviluppando un linguaggio poliedrico che include pittura, ceramica, grafica e vetro. Tra i fondatori del Centro Friulano Arti Plastiche e docente all’Istituto d’Arte “Giovanni Sello” di Udine, Baldan lascia un segno anche nella formazione artistica di generazioni di studenti.

Nel corso della sua carriera realizza importanti opere pubbliche, tra cui vetrate, ceramiche monumentali e tempere per la nave Michelangelo. Intrattiene vivaci rapporti con artisti e critici a Milano, Trieste e nell’ex Jugoslavia. A partire dagli anni Ottanta, riduce l’attività espositiva pubblica, ma conclude il suo percorso artistico con il ciclo poetico dei fiori del sole.

Nelle sue opere – attraversate da forme circolari, impalcature grafiche e fughe di gabbiani – si coglie una profonda evoluzione: dal paesaggio alla forma pura, dalla materia al segno. Definito “poeta della forma e del colore”, Mario Baldan è oggi riconosciuto come una delle voci più originali della pittura astratta italiana, capace di coniugare radicamento territoriale e apertura internazionale, impegno civile e fantasia visionaria.