Nuova sede Net, a giugno l’impianto che trasforma i rifiuti in energia

Una veduta del nuovo comprensorio di via Gonars a Udine

Inaugurata la nuova sede Net di Udine.

E’ stata inaugurata oggi ufficialmente la nuova sede della Net spa in via Gornars a Udine. Gli edifici, dedicati alla Divisione operativa, sono stati costruiti ad alte prestazioni termiche e con
impianti tecnologici di ultima generazione a basso consumo energetico. L’avancorpo adibito a uffici, spogliatoi e servizi sviluppa complessivamente una superficie di 1.267 metri quadrati, con poco meno di 700 mq dedicati ad uffici e sale riunioni, mentre 555 sono quelli destinati a spogliatoi e servizi per gli addetti operativi.

La novità, però, riguarda il biodigestore: l’impianto di digestione anerobica, che produrrà biogas, e quindi energia elettrica e biometano grazie ai rifiuti organici sarà pronto per giugno. Verrà alimentato da 35mila tonnellate di frazione organica, 19mila di frazione organica putrescibile e 12.500 tonnellate di rifiuto verde all’anno.

“L’investimento compiuto in questi luoghi garantirà una risposta strutturale per fare in modo che i rifiuti diventino una vera e propria risorsa anche in questo territorio – ha commentato l’assessore regionale alle finanza, Barbara Zilli -. L’importanza di questi lavori è dettata anche dal fatto che mettono in atto in forma concreta il completo ciclo dei rifiuti utilizzando tecnologie all’avanguardia e innovative. Inoltre le opere dimostrano come questo tipo di impianto non solo possa convivere con il rispetto dell’ambiente, ma rappresenta anche un tassello importante verso un migliore utilizzo di ciò che da scarto deve diventare risorsa”.

Il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin ha invece posto l’accento sul processo di aggregazione dei gestori dei rifiuti: “L’Amministrazione Fvg sostiene il processo di aggregazione verso una multiutility regionale – ha detto -, per garantire la responsabilità diretta a quei sindaci che hanno dimostrato, quando tutto sembrava portare verso il privato, che i settori fondamentali devono, invece, essere controllati e gestiti dagli enti locali. La gestione del bene comune deve rimanere alla comunità”.