Il caso delle ammissioni agli esami di maturità allo Stringher.
Scoppia la polemica all’istituto alberghiero Stringher di Udine, dove sette studenti su venti di una quinta classe dell’indirizzo alberghiero non sono stati ammessi agli esami di maturità. A denunciare la situazione, come riporta il Messaggero Veneto, è stato uno dei ragazzi, a nome dell’intera classe, parlando di un clima di “forte malcontento” e segnalando, tra le varie criticità, presunte “valutazioni severe o ingiustificate” da parte del corpo docente.
Studenti sul piede di guerra: “Decisioni senza spiegazioni”
Gli studenti – tutti maggiorenni – sostengono che “per alcuni la bocciatura è dipesa da insufficienze diffuse, ma in altri casi le valutazioni sono apparse immotivatamente severe“. Aggiungono che, nelle ultime settimane, “alcuni docenti non hanno corretto o restituito le verifiche di recupero, impedendo agli alunni di capire se le lacune fossero state colmate“.
Contestano anche che “durante il consiglio di classe finale alcune medie generali sono state abbassate senza preavviso né spiegazioni, lasciandoci disorientati e privi di possibilità di confronto”. Per questo, annunciano l’intenzione di avviare una protesta e presentare ricorso, chiedendo chiarezza nei criteri di valutazione e una revisione delle decisioni prese.
La replica del preside: “Classe difficile, valutazioni nel rispetto delle regole”
Diversa la posizione del dirigente scolastico, Ciro Ciotola, che, come riporta il quotidiano, definisce la classe “particolarmente difficile“, con studenti “poco inclini all’impegno” e un comportamento “spesso inadeguato”. “Sei ragazzi su venti – sottolinea – hanno avuto 6 in condotta. Le insufficienze riguardavano anche laboratori fondamentali dell’indirizzo professionale”.
Ciotola respinge le accuse di ingiustizia e difende la linea del rigore: “Lo Stringher non è una scuola dove si prende il diploma con leggerezza: servono impegno e merito. Formiamo i professionisti del futuro, in un settore, quello dell’accoglienza, dove la qualità fa la differenza”.
Sottolinea inoltre che il caso riguarda solo quella classe e che il consiglio di classe ha agito in conformità al decreto legislativo 62 del 2017, secondo cui per l’ammissione all’esame di Stato è necessaria la sufficienza in tutte le materie, salvo una deroga in casi limitati, con l’approvazione del consiglio stesso. “I non ammessi – conclude – avevano carenze gravi in almeno tre discipline e sono stati più volte invitati a recuperare”.