Essere studenti Uniud durante il coronavirus, le risposte in un questionario

Il questionario per gli studenti Uniud.

In questo momento di grave difficoltà, l’Università di Udine non lascia da soli i propri studenti e lancia online un questionario per valutare l’impatto dell’emergenza coronavirus sulla percezione del rischio e sulle paure degli studenti universitari, sondare la loro conoscenza e consapevolezza rispetto all’importanza delle misure igienico-sanitarie e analizzare il peso delle prescrizioni sulla loro vita quotidiana.

Il questionario, gli studenti Uniud ai tempi del coronavirus tra percezioni e consapevolezze è il frutto di un lavoro di squadra tra l’officina persone, comunità e servizi socio-sanitari e l’officina demografia e territorio, del Cantiere Friuli dell’Università di Udine. Il questionario è stato lanciato il 20 aprile e si prevede una forte partecipazione, visto che già nelle prime ore dalla messa online sono state superate le 500 risposte.

“Questa pandemia ci ha fatto sentire molto più vulnerabili costringendoci a riconoscere la nostra grande fragilità”, spiega Carolina Laperchia dell’officina persone, comunità e servizi sociosanitari e responsabile del portale Orienta Salute. “Ci sembrava quindi importante – continua – valutare quanta fragilità si è generata anche in questi ragazzi così giovani e avere il polso della loro conoscenza e consapevolezza rispetto all’importanza delle misure igienico-sanitarie adottate in questa fase”.

“In attesa di un vaccino – spiega Mario Casini, dell’officina persone, comunità e servizi socio-sanitari e responsabile scientifico di Orienta Salute, – ci sembrava opportuno verificare quanto di questi messaggi fosse arrivato ad una popolazione così giovane, che si sta formando, e quali azioni poter mettere in atto per rafforzare questo discorso in una logica informativa e non impositiva”.

Secondo il coordinatore del Cantiere Friuli, Mauro Pascolini, “il legame di Cantiere Friuli con il territorio emerge in questo momento in cui riemergono i valori che hanno guidato il Friuli nella ricostruzione post-terremoto e non può prescindere dalla relazione con la comunità studentesca”. Da ciò, sottolinea il docente, “la necessità di concentrare il nostro impegno per rilevare i possibili nuovi bisogni che emergono, al fine di proporre ai nostri studenti e studentesse le soluzioni più praticabili e vicine a loro”.