Alla Questura di Udine un kit che permettere di raccogliere le denunce ovunque.
Un nuovo strumento per combattere la violenza di genere e sostenere le vittime anche al di fuori degli spazi istituzionali: è quanto è stato presentato nel pomeriggio di martedì presso la “Sala Palatucci” della Questura di Udine, nell’ambito della collaborazione tra la Polizia di Stato e Soroptimist International d’Italia.
La Presidente della sezione udinese di Soroptimist ha consegnato al Questore Alfredo De Lorenzo una valigetta dotata di un kit informatico audio-video, pensato per verbalizzare e registrare denunce in ambienti diversi dalla Questura. Si tratta di una vera e propria “Stanza tutta per sé portatile”, un’estensione del progetto attivo a Udine fin dal 2017, che mira a offrire uno spazio riservato, sicuro e rispettoso per le donne vittime di violenza.
Il kit – composto da strumenti tecnologici per la registrazione di dichiarazioni e testimonianze – potrà essere utilizzato presso il domicilio della vittima, nei pronto soccorso, nelle scuole o in altri luoghi più adatti a tutelare privacy e benessere, soprattutto quando si tratta di soggetti particolarmente fragili o minori.
Il Questore: “La vicinanza alle vittime è una priorità”
Durante l’incontro, il Questore De Lorenzo ha sottolineato l’importanza di strumenti come questo per rafforzare l’efficacia dell’ascolto e il supporto psicologico in fase di denuncia e r ricordare l’impegno quotidiano profuso dalla Polizia di Stato nel contrasto alla violenza sulle donne e l’opera di prevenzione e sensibilizzazione al fenomeno attuato attraverso la campagna comunicativa “Questo non è amore”.
Soroptimist: “Un impegno che continua”
La donazione della valigetta conferma il ruolo attivo di Soroptimist International Italia nella promozione dei diritti delle donne e nella lotta alla violenza di genere. L’associazione, da sempre impegnata in progetti a favore dell’emancipazione femminile, guarda con attenzione anche al lavoro del gruppo interforze “Codice Rosso”, attivo presso la Procura di Udine, come esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e società civile.
Un modello da seguire
L’iniziativa udinese si inserisce in un contesto nazionale in cui la creazione di ambienti protetti e dedicati alle vittime è considerata una priorità strategica. La diffusione delle “Stanze tutte per sé” nelle questure italiane rappresenta un modello innovativo che, grazie a progetti come questo, continua ad evolversi, portando l’ascolto delle vittime là dove serve davvero.
Un piccolo strumento per un grande cambiamento: la “Stanza tutta per sé portatile” è più di una valigetta tecnologica. È un simbolo di vicinanza, rispetto e impegno concreto verso chi ogni giorno affronta il dolore della violenza.




