Oltre 50 osservazioni e pareri contrari: le Valli del Natisone contro il parco eolico

Il territorio delle Valli del Natisone unito contro il progetto del parco eolico Pulfar.

Il progetto del parco eolico Pulfar, previsto nel cuore incontaminato delle Valli del Natisone, si trova ora al centro di una vera e propria sollevazione popolare e istituzionale. Con oltre 50 osservazioni e pareri contrari ufficiali, si delinea un fronte compatto che respinge con forza un’iniziativa giudicata invasiva, lacunosa e incompatibile con la fragile identità del territorio.

La proposta, che prevede l’installazione di imponenti pale eoliche alte oltre 200 metri, ha incontrato l’opposizione non solo di cittadini e associazioni locali, ma anche di enti tecnici, autorità regionali e organi di tutela ambientale e culturale. Le criticità rilevate sono molteplici e trasversali, toccando aspetti ambientali, paesaggistici, archeologici e perfino di sicurezza pubblica.

Ambiente e paesaggio a rischio

Tra le preoccupazioni principali figura l’impatto paesaggistico: le turbine modificherebbero in modo irreversibile il profilo visivo delle Valli, un’area riconosciuta per la sua bellezza naturale e storica, incastonata tra siti UNESCO e zone protette della rete Natura 2000. A ciò si aggiungono i rischi per la biodiversità, documentati da numerosi pareri tecnici: specie protette come aquile, falchi e chirotteri risulterebbero esposte a collisioni mortali e gravi disturbi ambientali.

Un patrimonio culturale minacciato

Non meno gravi le conseguenze ipotizzate per il patrimonio storico e spirituale dell’area. Il tracciato del parco eolico lambirebbe grotte, siti archeologici e percorsi devozionali di rilievo come il “Cammino delle 44 Chiesette Votive” e il “Sentiero Celeste”, luoghi simbolo di una tradizione millenaria che rischierebbe di essere compromessa.

Dubbi tecnici e procedurali

Le osservazioni tecniche sollevate da enti come ARPA FVG, la Soprintendenza Archeologica e il Servizio Geologico regionale mettono inoltre in luce gravi carenze nelle analisi sismiche, geologiche e paesaggistiche presentate dai proponenti del progetto. Mancanze che rendono, secondo i pareri depositati, il progetto attualmente inaccettabile sotto il profilo normativo e scientifico.

Un fronte unito e determinato

Colpisce la trasversalità della mobilitazione: sindaci dei comuni interessati, associazioni ambientaliste e culturali, comitati di cittadini, rappresentanti delle minoranze linguistiche slovene e istituzioni regionali hanno espresso una posizione univoca di rigetto, chiedendo con forza che il progetto venga archiviato.

La Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso deliberazioni formali, ha recepito le preoccupazioni del territorio e ha espresso un parere contrario, sottolineando l’urgenza di promuovere modelli di transizione ecologica che non sacrifichino l’identità e l’equilibrio dei territori.