Allarme per i ghiacciai del Canin, in un secolo hanno perso quasi tutto il loro volume: i dati del monitoraggio

L’allarme per la riduzione del ghiacciaio del Canin.

I ghiacciai del Canin hanno perso complessivamente in un secolo circa l’84% dell’area che ricoprivano ed il 96% del loro volume. I dati conoscitivi complessivi sulla deglaciazione delle Alpi Giulie raccontano di come la superficie glacializzata sia passata dai 2.37 km2 di fine Piccola Età Glaciale (Peg) , terminata intorno al 1850, agli 0.38 km2 attuali. Le stime della riduzione volumetrica indicano un passaggio delle masse glaciali dai 0.07 km3 circa della PEG ai circa 0.002 km3 di oggi. Alla fine della Peg, alcuni settori del ghiacciaio del Canin superavano i 90 metri di spessore, mentre oggi il ghiacciaio orientale del Canin ha uno spessore medio di 11.7 metri con valori massimi di circa 20. I cambiamenti climatici caratterizzati da estati sempre più roventi ma anche dall’aumento di eventi estremi di precipitazione nevosa, hanno comportato un lieve aumento di volume dei piccoli corpi glaciali delle Alpi Giulie negli ultimi 15 anni di osservazioni.

È questo, in estrema sintesi, il risultato del monitoraggio effettuato nella terza tappa della Carovana dei ghiacciai di Legambiente sui ghiacciai del Monte Canin in Friuli Venezia Giulia.

I risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina a Udine, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Sandro Cargnelutti, Presidente Legambiente Friuli Venezia Giulia, Renato Colucci, ricercatore dell’Istituto di Scienze Polari del CNR, corrispondente del Comitato Glaciologico e presidente della Società Meteorologica Alpino-Adriatica Presenti, inoltre, Maurizio Ponton, geologo, Marco Giardino, Segretario Comitato Glaciologico Italiano e Vanda Bonardo, Responsabile Alpi Legambiente.

La Carovana dei ghiacciai è la nuova campagna di Legambiente, arrivata alla sua seconda edizione e realizzata con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano (CGI) e con partner Sammontana e partner sostenitore FRoSTA, che dal 23 agosto al 13 settembre monitorerà lo stato di salute di tredici ghiacciai alpini più il glacionevato del Calderone in Abruzzo, per sensibilizzare le persone sugli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sull’ambiente glaciale alpino. Carovana dei ghiacciai è stata inserita nella piattaforma All4Climate – Italy che raccoglie tutti gli eventi dedicati alla lotta contro i cambiamenti climatici che si svolgeranno quest’anno in vista della COP26 di Glasgow.

“La stranissima situazione climatica della Carnia – dichiara Vanda Bonardo – non può e non deve trarci in inganno, le grandi quantità di neve di questi ultimi anni compensano solo in minima parte gli effetti dei cambiamenti climatici. Sono infatti il sintomo di una situazione anomala dove gli eventi estremi quali le precipitazioni persistenti di neve o di pioggia sono da considerare come eventi casuali sui quali non si può fare nessun affidamento, poiché condizionate esse stesse dalla rapida e poco prevedibile evoluzione della crisi climatica. Inoltre la Lan (Linea di Affidabilità della Neve) che indica l’altitudine sotto la quale sarà impossibile garantire la tenuta della neve sciabile, oggi attorno ai 1.500 metri, sta salendo a vista d’occhio e continuerà a crescere nella misura di 150 m per ogni grado di aumento di temperatura. È davvero un peccato che le istituzioni regionali e locali non abbiamo acquisito questa consapevolezza tanto da continuare ad insistere su progetti di impianti che non avranno futuro come nel caso del progetto di ripristino di piste e di impianti di Sella Nevea“.