L’Argine a Vencò di Antonia Klugmann.
Le ore drammatiche che il maltempo sta facendo vivere alla nostra regione non risparmiano nemmeno il mondo dell’alta cucina: tra le realtà più colpite c’è il ristorante stellato L’Argine di Vencò, guidato dalla chef Antonia Klugmann, invaso nella notte dalle acque dello Judrio esondato.
“Abbiamo bisogno di aiuto, serve che ci aiutino a far uscire l’acqua. Da stanotte non è venuto nessuno” ha detto la chef sui social, dopo aver trascorso l’intera notte nel locale nel tentativo di contenere i danni. “Abbiamo visto salire l’acqua intorno alle 22 e protetto le cucine e la sala con i sacchi che avevamo a disposizione. I vigili del fuoco hanno evacuato clienti e personale intorno alla mezzanotte, ma poi qui non si è più visto nessuno, se non il sindaco. Servono sacchi e pompe per liberare le camere: altrimenti anni di lavoro e investimenti andranno in fumo”.
La chef Antonia Klugmann ha commentato la situazione all’ANSA: “Normalmente non affronto temi che esulano dalla mia competenza, non è nel mio stile, ma dopo una notte così, quando sento parlare di miliardi spesi per il ponte di Messina e nulla per un’emergenza collettiva, che riguarda ogni regione d’Italia, penso che quella proposta sia dura da sostenere. Bisogna decidere che cosa è più importante: secondo me è la sicurezza dei cittadini e di tutto ciò che ci circonda”, ha detto Klugmann.
La chef ha poi espresso vicinanza alle famiglie colpite: “Io e mia sorella Vittoria, prima di ogni altra cosa, vogliamo esprimere vicinanza alle famiglie dei due dispersi e alle trecento persone che sono state evacuate dalle loro abitazioni. Noi abbiamo avuto danni materiali gravi, ma le famiglie di Brazzano stanno vivendo un incubo e una tragedia personale“.
Il racconto dell’emergenza.
Raccontando l’emergenza al ristorante, Klugmann ha spiegato all’Ansa: “Quando è iniziata l’emergenza la sala era piena. Abbiamo evacuato lo staff e tutti i clienti e abbiamo messo immediatamente i sacchi a protezione della cucina”. Una misura che però ha solo rinviato l’allagamento: “Dopo pochi minuti la sala si è riempita di fango e la cucina è stata letteralmente sommersa. Sono state nuovamente danneggiate le stanze al piano terra che avevo riaperto da una settimana dopo un anno e mezzo dalla precedente esondazione“.
La chef ha quindi rilanciato l’appello per una maggiore sicurezza del territorio: “C’è da fare un ragionamento strutturale sul territorio, prendendo coscienza del fatto che le cose stanno cambiando. È inutile parlare di turismo, di paesaggio in un meraviglioso paese come il nostro se prima non si fa un ragionamento di sicurezza generale. Il paesaggio attorno a noi non è decorativo, è il senso stesso del nostro Paese, è la nostra identità”.
“Da parte nostra abbiamo investito decine di migliaia di euro solo quest’anno per la sicurezza. Abbiamo fatto la nostra parte come privati cittadini, abbiamo risistemato tutte le camere, ma non è servito a nulla perché siamo piccoli. È del tutto inutile che un privato investa tempo e denaro a difesa della propria struttura se poi basta così poco per trovarci nuovamente punto e a capo”, ha concluso Klugmann.
Intanto nell’area la situazione resta estremamente critica. L’esondazione del Torre ha messo in ginocchio diverse località del Goriziano: a Versa alcune persone si sono rifugiate sui tetti delle abitazioni e circa 300 residenti sono stati evacuati. I vigili del fuoco stanno operando con elicotteri e mezzi nautici leggeri per mettere in salvo chi è rimasto intrappolato.




