Prime antenne per il 5G già installate in Friuli e oltre 100 autorizzazioni pronte, come funzionerà la nuova tecnologia per i cellulari

L’Arpa Fvg fa chiarezza sul 5G.

Fare chiarezza su una tecnologia discussa anche in Friuli. È lo scopo di una nota diffusa da Arpa Fvg, Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente, che mira a far luce su alcune “fake news” legate al 5G.

Le antenne della tecnologia di telefonia mobile di quinta generazione, rispetto ale tradizionali, sono definite “attive”, perché in grado di modulare il fascio di radiazione in base alle necessità e alle richieste, e “intelligenti”, perché non emettono più un fascio distribuito in modo statico attorno al punto di emissione, ma sono in grado di attivare secondo necessità singoli elementi radianti (o gruppi di elementi radianti), indirizzando il segnale solo verso gli utenti in quel momento connessi.

Il 5G, svela l’Arpa, utilizzerà tre bande di frequenza: 700 MHz, 3600-3800 MHz e 26 GHz, mentre le attuali tecnologie sfruttano quelle tra 800 MHz e 2,6 Ghz. Il 5G andrà a utilizzare anche radiazione a frequenza maggiore rispetto a quelle utilizzate in precedenza. Ciò desta particolare preoccupazione nella popolazione. In realtà i limiti associati alle frequenze maggiori (26 GHz) sono più alti, poiché tali frequenze hanno una minore pericolosità. L’associazione tra aumento della frequenza e maggiore pericolosità delle radiazioni non è corretta, basti pensare alla luce visibile, anch’essa una radiazione elettromagnetica, che ha frequenze oltre 10.000 volte più elevate di quelle del 5G.

Anche la nuova tecnologia deve rispettare norme di riferimento molto precise e rigorose. Per quanto riguarda i limiti di esposizione della popolazione la principale fonte normativa è la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12 luglio 1999, che definisce i livelli di riferimento per i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. In Italia il limite di esposizione dipende dalla frequenza e il suo valore è pari a 20 V/m da 3 MHz a 3 GHz e 40 V/m da 3 GHz a 300 GHz, inferiore al livello di riferimento della normativa europea. Il valore di attenzione e l’obiettivo di qualità, che si applicano alle aree a permanenza prolungata e a quelle intensamente frequentate, sono pari a 6 V/m, molto inferiori ai limiti presenti nella raccomandazione europea.

Poi, una precisazione a carattere locale. In Fvg sono state già fatte alcune prime installazioni, precisa Arpa. Quando un gestore vuole installare un’antenna radio-base deve presentare una domanda di autorizzazione al Comune, allegando il parere preventivo dell’Arpa che si esprime sulla compatibilità del progetto con i limiti previsti dalla normativa per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici. Le valutazioni Arpa considerano l’impatto massimo sia dell’impianto in progetto, sia degli impianti già presenti sul territorio, verificando il rispetto dei limiti di legge in tutti i punti accessibili dalla popolazione. In Fvg l’Agenzia ha rilasciato più di 100 pareri preventivi e alcuni risultano già attivati, sebbene non ancora a pieno regime.

“È importante inoltre precisare – scrive l’Arpa – che in nessun comune della Regione è prevista la sperimentazione del 5G. I comuni della regione che si trovano in situazione di “divario digitale”, non saranno sottoposti ad alcuna sperimentazione, ma a essi sarà assicurata la copertura 5G entro il 2027, come al restante 99.4% della popolazione nazionale”. Tra le fake news riferite al 5G, anche la correlazione fra la tecnologia e il Covid-19: nessuna evidenza scientifica indica, si legge nel sito del Ministero della Salute, una correlazione tra coronavirus e 5G. L’Istituto Ramazzini di Bologna ha evidenziato un aumento statisticamente significativo di alcuni tumori maligni a seguito di esposizione a radiofrequenze. “Si deve tuttavia precisare che queste ricerche sono state effettuate utilizzando tecnologie precedenti al 5G”.

L’aumento delle antenne dovute al 5G aumenterà il rischio di tumori? “No – riporta Arpa Fvg -. La Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) classifica i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibili cancerogeni per l’uomo. Tale classificazione si riferisce, alle esposizioni dovute all’utilizzo dei telefoni cellulari, non alle esposizioni ambientali o lavorative. Sul possibile aumento di antenne in futuro per ospitare il 5G, Arpa Fvg dice che le informazioni in suo possesso “fanno supporre che la tecnologia 5G utilizzerà prioritariamente gli attuali impianti per la telefonia mobile e generalmente non richiederà l’installazione di nuove strutture”.