Omicidio di Bicinicco, in aula le testimonianze sul disagio di Silvia Comello

La donna aveva detto agli investigatori di “aver visto Satana”.

Terza udienza del processo contro Silvia Comello, la donna accusata di aver ucciso Stefano Iurigh, 43 anni, e di aver poi devastato il suo cadavere. L’omicidio risale al 4 maggio dello scorso anno, a Bicinicco.

Al centro dell’udienza, la valutazione della capacità di intendere e di volere dell’imputata. Davanti alla Corte d’Assise di Udine sono stati ascoltati sanitari, assistenti sociali e amministratori di sostegno che, in diversi periodi, hanno avuto in carico la donna.

Una vita segnata dal disagio psichico

Dalle testimonianze è emerso un quadro di grave fragilità mentale. Comello, seguita dal Sert di Udine dal 2004 al 2010 e poi nuovamente dal 2018 fino a oggi, avrebbe manifestato più volte deliri mistici, sostenendo di vedere il diavolo nelle persone e di essere vittima di forze maligne. Secondo le testimonianze la donna alternava momenti di apparente lucidità a fasi di totale disconnessione dalla realtà. Per la difesa, queste manifestazioni sarebbero la prova di un disturbo psichiatrico grave, tanto da escludere la piena imputabilità della donna.

Il delitto e la relazione con la vittima

Anche Stefano Iurigh era in cura al Sert. Quel giorno, i due si sarebbero incontrati proprio presso il centro per le tossicodipendenze, per poi acquistare insieme una dose di cocaina. Dopo essere tornati nell’abitazione della vittima, la situazione sarebbe degenerata.

Sul corpo di Iurigh sono state trovate numerose ferite al volto e alla testa. Un quadro che ha spinto la Procura a contestare a Comello l’omicidio volontario e il vilipendio di cadavere. La difesa, tuttavia, sostiene che l’uomo fosse già morto al momento delle coltellate, tesi opposta a quella dei consulenti dell’accusa, per i quali le ferite sono la causa diretta del decesso.

Verso la perizia psichiatrica decisiva

Il processo proseguirà con l’audizione dei consulenti tecnici e con la discussione sulla perizia psichiatrica di Comello, che sarà determinante per stabilire se al momento del delitto fosse in grado di intendere e di volere. Silvia Comello rischia l’ergastolo, ma la sua sorte giudiziaria dipenderà ora dalla valutazione del suo stato mentale, su cui la Corte sarà chiamata a pronunciarsi nelle prossime settimane.