La richiesta della donna durante un’udienza in videocollegamento
Dal carcere alla Giudecca, dove è detenuta in un istituto a custodia attenuata per madri, Mailyn Castro Monsalvo ha fatto pervenire una richiesta chiara al tribunale dei minori di Trieste: la 30enne colombiana ha espresso il desiderio che la sua bambina di pochi mesi venga affidata ai suoi genitori, prossimi all’arrivo in Italia dalla Colombia.
La richiesta è stata formalizzata durante un’udienza in videocollegamento, che ha visto la donna apparire lucida e determinata nel ribadire la sua volontà circa il futuro della figlia. Mailyn avrebbe evitato ogni riferimento all’omicidio di Alessandro Venier, il compagno 35enne ucciso a Gemona. L’attenzione, durante l’incontro con i giudici, si sarebbe concentrata esclusivamente sulle sorti della neonata, attualmente sotto la tutela dei servizi sociali.
Intanto, la bambina si trova in una struttura protetta, dove è stata accolta fin dal 31 luglio, giorno in cui una telefonata al 112 da parte di Mailyn ha dato il via alle indagini sull’omicidio. Più volte, sia Mailyn che Lorena Venier – madre della vittima e coindagata nel caso – avrebbero chiesto notizie sullo stato di salute della piccola.
La confessione di Lorena Venier.
Secondo le ricostruzioni finora emerse, sarebbe stata proprio Lorena, 61 anni, a confessare la dinamica del delitto, raccontando agli inquirenti un piano omicida maturato nel tempo, motivato – a suo dire – dalla volontà di proteggere la nipotina e la nuora da una situazione di violenza domestica. La donna avrebbe affermato che Mailyn le chiedeva da mesi di eliminare il compagno, accusato di comportamenti aggressivi e minacce. Le sue dichiarazioni parlano di ripetute violenze fisiche, insulti e percosse, oltre a minacce di morte.
Secondo la versione fornita da Lorena, l’omicidio sarebbe avvenuto attraverso la somministrazione di sonniferi disciolti nella limonata, seguiti da due iniezioni di insulina. Il decesso, tuttavia, non sarebbe stato immediato. Dopo ore di agonia, le due donne avrebbero deciso di fare a pezzi il corpo con un seghetto e di nasconderlo in un bidone contenente calce. Infine il piano, che non si è concretizzato, era quello di far sparire i resti di Alessandro in montagna. Per la Procura, Lorena sarebbe l’organizzatrice materiale del delitto, mentre Mailyn ne sarebbe stata l’istigatrice.