Il caso del postino triestino Vito Mezzalira, scomparso nel 2019.
La scoperta di resti umani nella villetta di Sagrado ha aperto una nuova pagina nel caso di Vito Mezzalira, ex postino in pensione scomparso nel 2019. A raccontare i sospetti, le bugie e gli accertamenti è la sorella della presunta vittima, Domenica Mezzalira, in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera.
Secondo il racconto di Domenica — che per anni aveva chiesto notizie del fratello senza ottenere risposte convincenti — il sospetto è nato in modo netto con un fotomontaggio che la compagna del fratello le aveva mandato nel dicembre 2021 e che la ritraeva con Mezzalira stretti l’uno all’altra davanti all’albero di Natale. Sotto un messaggio: “Sono andata a trovarlo. Ora sto scendendo dal treno, appena arrivo a casa ti chiamo”. Quell’immagine, spiega la sorella, era un pessimo fotomontaggio: “A quel punto ho detto basta — racconta Domenica al quotidiano —. Era chiaro che c’era qualcosa che non tornava”.
Per anni, sempre secondo la ricostruzione raccolta nell’intervista, la convivente di Mezzalira, Mariuccia Orlando, aveva fornito versioni contrastanti sull’assenza dell’uomo: dallo “è scappato con la barista e ha preso tutti i soldi” a storie di fughe in località segrete perché inseguito da persone pericolose. Nonostante ciò, la pensione di Mezzalira — circa 1.500 euro al mese — veniva regolarmente ritirata; la sorella sostiene che, in quattro‑cinque anni, sarebbero stati prelevati attorno ai 100.000 euro.
Domenica denuncia anche messaggi inviati fingendosi il fratello: “Ciao Domenica sono Vito — scriveva —. Ho sentito la Mariuccia…”; ma quando la sorella pretendeva di parlare con lui, la cognata la bloccava o risultava irreperibile. “Io me lo sentivo che aveva qualcosa da nascondere — dice Domenica nell’intervista —. Mio fratello era un uomo buono e molto affettuoso. Non poteva sparire senza almeno farsi sentire”.
L’accelerazione delle indagini è arrivata dopo che gli investigatori hanno notato, grazie a immagini satellitari, un vecchio pozzo che risultava tombato rispetto ad alcuni anni prima. Nel pozzo sono stati trovati indumenti e resti umani avvolti in un sacco di plastica. Gli esami di laboratorio dovranno stabilire con certezza se i resti appartengono a Mezzalira; la sorella afferma però: “Io non ho dubbi”.
Al momento sono indagati per omicidio la convivente Mariuccia Orlando e, con lei, il fratellastro Moreno Redivo, che viveva nella stessa abitazione. Le autorità, nei rilievi avviati una prima volta un anno dopo i sospetti e poi intensificati con gli ultimi risultati investigativi, mantengono il massimo riserbo sulle verifiche in corso.
Il caso, seguito dai carabinieri di Gorizia, è ancora oggetto di accertamenti: al vaglio degli inquirenti ci sono modalità e tempi della morte, oltre alla dinamica dei prelievi dal conto e ad eventuali responsabilità penali. Gli esami antropologici e genetici sui resti dovranno confermare l’identità della vittima prima di eventuali sviluppi processuali.





