I danni del coronavirus, una perdita di 700milioni di euro per la Regione

Nuove proproste al Governo per aiutare la ripartenza dell’economia.

Durante questo periodo, in Consiglio regionale, il tema di cui si discutere maggiormente è la ripartenza dell’economia in totale sicurezza. Durante la mozione presentata dal gruppo della Lega incentrata sulla fase 2 e sulla necessità di mettere in sicurezza l’economia, l’assessore alle Finanze Barbara Zilli ha fatto presente che sono state già avanzate al Governo delle proposte per superare questo momento di crisi economica ed è fondamentale l’appoggio di tutte le forze politiche.

“In caso di ritorno alla normalità fra giugno e luglio – afferma Zilli – si stima che l’emergenza coronavirus possa produrre una perdita di gettito per l’esercizio 2020 del Friuli Venezia Giulia di circa 700 milioni di euro“. Si tratta di un valore che non si può ancora definire in modo preciso perchè i modi e i tempi della ripartenza e delle fasi successive non sono ancora ben definiti. Dopo un confronto con le altre autonomie speciali, la Regione Fvg ha iniziato a discutere in modo concreto con il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, richiedendo l’annullamento del contributo al risanamento della finanza pubblica degli esercizi 2020 e 2021.

“Si tratta della madre di tutte le battaglie – sostiene Zilli – che ci permetterà di trattenere una somma, pari a 1400 milioni di euro, in linea con le stime attuali di perdita del nostro gettito”. Inoltre ricorda l’assessore che è stato richiesto all’esecutivo nazionale di “prevedere alcune misure di riequilibrio dei bilanci dei Comuni da far transitare sul bilancio del Friuli Venezia Giulia”. “È stata richiesta anche la concessione di spazi per contrarre nuovo debito e in particolare – ha aggiunto Zilli – la modifica della legge 350/03 al fine di consentire il finanziamento anche di investimenti di privati e di interventi emergenziali di spesa ricorrente e non”.

Per quanto riguarda l’eventuale disavanzo di bilancio generato dall’attuale crisi, la Regione ha insistito sulla possibilità di ripianarlo in 20 anni invece dei 3 previsti dalla legislazione vigente. Mentre per la richiesta, inserita nella mozione, dell’introduzione di metodi per abbattere i costi di gas, acqua ed energia elettrica alle fasce economicamente deboli, la Regione ricorda che le tariffe non sono sotto il suo controllo ma sono gestite dall’autorità di regolazione nazionale (Arera). Invece per il servizio idrico si fa capo sia ad ‘Arera’ che ad ‘Ausir’, l’ente di governo d’ambito emanazione dei Comuni.