La protesta degli studenti di Udine contro il Governo: “No alla scuola dei padroni, diritto allo studio per tutti”

Oggi la protesta degli studenti anche per le vie di Udine

Anche in Fvg gli studenti sono tornati a sfilare, portando la loro voce di protesta nelle strade: protesta contro le politiche del Governo sull’istruzione, e soprattutto contro la “retorica della meritocrazia“.

A Udine sono stati un centinaio i ragazzi delle scuole superiori e dell’università che hanno partecipato al corteo, che si è svolto in modo ordinato, dal centro studi fino in piazza Primo Maggio, dove ci sono stati alcuni interventi.

Diverse le richiesta che i giovani hanno avanzato sia al Governo sia alle autorità locali, esprimendo le loro priorità: l’edilizia scolastica, la salute mentale, l’ambiente, l’antifascismo e soprattutto il diritto allo studio. “Buchi nei muri come nel sistema”, “La scuola si squaglia. Scuole più sicure. Non siamo né schiavi né macchine”, recitavano alcuni dei cartelli che i ragazzi hanno portato alla manifestazione.

“Abbiamo chiesto a questo nuovo Governo di abbandonare la retorica della meritocrazia e di provare a ragionare di un chiaro e netto investimento sul futuro dell’istruzione di questo paese – dichiara la Rete degli Studenti Medi di Udine -. Ad oggi, invece, tutto ciò che abbiamo ricevuto sono state silenzio e manganellate. Nessuno parla di scuola e università nella legge di bilancio ormai alle porte. Non ci stiamo. Scendiamo in piazza per portare le nostre rivendicazioni. Per chiedere risposte, certezze”.

Secondo l’Unione degli Universitari, “il cambiamento del nome del ministero dell’Istruzione in ministero dell’Istruzione e del Merito nasconde un ideale di scuola utilitaristico che non valuta privilegi e difficoltà degli studenti”. Per questo è fondamentale invece “il diritto allo studio, che deve essere accessibile a tutti”. In questo ambito, si inserisce per i ragazzi friulani anche la questione della residenzialità, con il problema della casa dello studente di viale Ungheria inutilizzabile e il mancato coinvolgimento degli studenti in un tavolo per discutere sulle nuove ipotesi che dovrebbero sostituirla.