Beffata a Udine dalla ricarica del cellulare, perde il suo numero dopo 15 anni

La disavventura di una cliente di Udine.

Più di 2mila euro di credito sul cellulare, ma non poter né chiamare, né mandare messaggi. E non perchè non ci fosse il campo, ma perchè non aveva fatto l’ennesima ricarica al cellulare. È la beffa di cui è rimasta vittima la cliente di una compagnia telefonica, che dopo più di 15 anni ha potuto solo cambiare numero per superare l’impasse. Il caso è stato seguito da Federconsumatori Udine, che ha fatto emergere una clausola contrattuale non sempre conosciuta dagli utenti. Una cliente della provincia di Udine un giorno, contattando il Servizio clienti del suo gestore telefonico, ha scoperto di aver maturato un credito di oltre 2.600 euro sul suo numero su cui era attivato un servizio prepagato. Ha quindi pensato di non dover più effettuare le ricariche, per consumare il credito. A distanza di un anno si è trovata, però, da un giorno all’altro senza il servizio, impossibilitata a effettuare e ricevere chiamate, messaggi SMS e andare su internet.

Nonostante abbia cercato di avere spiegazioni dal Servizio clienti, nessuno è mai riuscito a spiegarle quale fosse il problema e così, dopo più di 15 anni, è stata costretta a cambiare numero. Come è stato possibile? Letizia D’Aronco, la consulente della Federconsumatori di Udine che si è occupata della vicenda, ricorda che “purtroppo nel caso che abbiamo trattato la Carta dei servizi e le condizioni generali di abbonamento del servizio prepagato che disciplinano il rapporto contrattuale prevedono che la SIM card abbia una durata di 12 mesi che decorrono dalla sua attivazione oppure dall’ultima operazione di ricarica e consente di ricevere telefonate per un ulteriore periodo di un mese. Il problema in questo caso è quindi che, visto che l’associata non aveva effettuato alcuna operazione di ricarica, nonostante fosse presente un credito residuo notevole, trascorsi i 13 mesi la SIM card e la numerazione sono state disattivate”. Non tutto è andato perduto però. Con un reclamo è stato possibile far restituire alla cliente il traffico acquistato residuo e non utilizzato con un assegno.