Disposti i domiciliari per i due arrestati dopo gli scontri di Udine.
È terminata con la misura degli arresti domiciliari l’udienza di convalida per Jan Gavino Pozzobon, 49 anni, di Feltre, e Marco Chiopris, 45, di Buja, accusati di aver preso parte alle violenze scoppiate dopo il corteo a sostegno della causa palestinese tenutosi martedì scorso a Udine. Il giudice per le indagini preliminari, ha accolto la richiesta del pubblico ministero disponendo per entrambi la custodia cautelare domiciliare, senza braccialetto elettronico.
I due uomini sono indagati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale continuata e pluriaggravata, reati per i quali il codice penale prevede pene comprese tra i 3 e i 15 anni. Le aggravanti contestate fanno riferimento al fatto che i fatti siano avvenuti durante una manifestazione pubblica, in concorso tra più persone, con travisamento del volto e in un contesto di evidente tensione sociale.
La ricostruzione.
Secondo la ricostruzione, Chiopris avrebbe lanciato pietre e bottiglie contro gli agenti in tenuta antisommossa, tra largo delle Grazie e via della Vittoria. Pozzobon, invece, avrebbe usato un’asta per colpire un mezzo idrante della polizia e, nella concitazione, anche alcuni agenti. Entrambi avrebbero inoltre cercato di aggirare il cordone delle forze dell’ordine, incitando altri manifestanti a raggiungere lo stadio Friuli, dove era in corso la partita Italia–Israele, potenziale bersaglio simbolico della protesta. Le accuse sono corroborate da numerosi video e fotografie raccolti dagli investigatori, che immortalano le azioni violente dei due imputati.
Proseguono le indagini.
Nel frattempo, le indagini proseguono. La Digos sta lavorando per identificare altri partecipanti agli scontri che, alla fine del corteo, si sono resi protagonisti di una vera e propria guerriglia urbana: lancio di fumogeni, bottiglie, pezzi di transenne e scontri diretti con le forze dell’ordine, che hanno risposto con idranti e cariche di alleggerimento.
Al momento sono tredici i fogli di via già emessi, ma non si escludono ulteriori denunce e DASPO urbani nelle prossime settimane. Le autorità intendono fare chiarezza su quanto accaduto e individuare tutte le responsabilità dietro un’escalation di violenza che ha trasformato un corteo pacifico in una scena da scontri di piazza.
● Scontri dopo il corteo proPal a Udine: il bilancio di arresti e feriti